Attualità

Contratto mobilità, Di Meglio: “Manca volontà politica di confrontarsi”

Dopo la mancata firma, insieme agli altri sindacati Flc Cgil, Uil Scuola e Snals-Confsal, sul contratto mobilità dei giorni scorsi, il coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti Rino Di Meglio ha spiegato, nel corso dell’appuntamento della Tecnica della Scuola live, la posizione della sigla sindacale:

“Abbiamo attraversato un momento di divisione tra i sindacati che a me spiace moltissimo, spero si possano riannodare presto i fili dell’unità, almeno sulle questioni più importanti. Sulla questione mobilità, nessuno vuol negare che in queste difficilissime circostanze ci sia stato un risultato. Il problema è che è un risultato parziale e solo per una parte della categoria e che poi nel resto di questo CCNI ci vediamo il vincolo nudo e crudo affibbiato a tutti gli altri insegnanti, compresi quelli che, anche se non subito, faranno lo svincolo dal vincolo, ma sarà uno svincolo temporaneo e se per caso non riescono a trovare una sede gradita, trovano una sede per avvicinarsi a casa abbastanza disagevole, dovranno poi aspettare tre anni per riuscire ad avere una situazione di vita più tranquilla”.

“E poi devo dire che, citando Dante “Il modo ancor m’offende”, cioè è vero che noi siamo stati assenti dal tavolo per un mese ma è anche vero che l’amministrazione dovrebbe rispettare i momenti di lotta dei sindacati e non convocare il tavolo sapendo benissimo che c’è un’azione di contenzioso in corso. Qui il problema viene da lontano, dall’epoca di Brunetta che la politica ha sempre fatto più ingerenza nei contratti con una tendenza a tagliare lo spazio della contrattazione. Vorrei vivere in un Paese con la certezza del diritto e sapere qual è lo spazio per il contratto che noi abbiamo e qual è lo spazio nella legge. Invece qui cambiano i governi, sono di colore diverso, una volta di destra, una volta di sinistra, una volta è tecnico, però ciò che non cambia è la tendenza continua ad attaccare lo spazio del sindacato”.

“Non è che noi non vogliamo tener conto dell’interesse pubblico della continuità didattica ma quando le norme sono fatte male come questa del vincolo, poi finiamo per scoraggiare la mobilità ancorchè temporanea. Questo poi incide sulle aree del Nord dove non si trasferisce più nessuno perché non è che al Nord ci sono i vincolati, al Nord ci sono le cattedre che sono vuote perché queste norme costituiscono un disincentivo a trasferirsi”.

“Andando nel merito del testo, è vero che c’è questo miglioramento ma è vero anche che c’è l’estensione del vincolo a tutti quanti, c’è il vincolo per i Dsga (per carità sono una categoria piccola, ma perché uno sì e l’altro no), c’è il peggioramento della situazione mobilità dei docenti di sostegno che non si capisce perché nel corso del triennio si vedranno ridurre gradualmente le possibilità di spostarsi da posto di sostegno a posto comune. Qualcuno mi dovrebbe spiegare la logica di tutto questo. Non è che noi abbiamo fatto muro. Con tutto il rispetto per la Cisl che ha proseguito il suo lavoro anche durante la nostra agitazione, ma noi non possiamo accettare che ci si chiami al tavolo e ci si dica “questa è la pappa che è pronta, o l’accettate così o niente perché non abbiamo il tempo di discutere”. Io che sono anziano delle contrattazioni vi posso dire che non è vero che i tempi sono stretti, ci sono stati tempi molto più lunghi nelle passate stagioni di contrattazione della mobilità quindi la mancanza del tempo è una volontà politica che è quella di chiudere la discussione coi sindacati. Noi chiediamo un incontro politico all’amministrazione e al Ministro per vedere se riusciamo a risolvere almeno alcune criticità perché riteniamo che sia un nostro diritto-dovere contrattare”.

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Redazione

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