“Il nodo scuola è centrale e sul no della Uil Scuola al contratto c’è pieno sostegno della Confederazione e la condivisione dei segretari regionali e di categoria che hanno a più riprese ribadito il loro supporto a ogni iniziativa si vorrà intraprendere in futuro”. Sono le parole del segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri nel corso dell’Esecutivo Uil riunito a Roma.
La questione è doppia – ha spiegato Bombardieri – da un lato c’è l’analisi di merito sui contenuti accordo (per il quale era stato chiesto uno slittamento a settembre, che non è stato accettato), dall’altro c’è la questione economica. Si possono rinnovare i contratti sotto il tasso di inflazione? La previsione dell’inflazione misurata dall’IPCA è pari al 5,6%. L’indice dei prezzi al consumo ha una crescita dell’8%. Questo contratto è stato chiuso al 3,8%.
“Ci sono volute quattro finanziarie per chiudere la parte economica – ha spiegato Giuseppe D’Aprile nel suo intervento – questo contratto è stato strutturato in due fasi negoziali diverse. Una parte di aumenti, fissata a dicembre con un accordo economico seguito da una intesa politica con Valditara. Quella appena terminata è dunque la parte normativa della tornata contrattuale, ricordando che gli aumenti annunciati dalla stampa sono quelli di dicembre sommati a quelli attuali (il 5% residuale)”.
“Un testo contrattuale nel quale non solo c’è straccia dell’intesa politica ma ci sono evidenti motivi di dissenso in quattro macroaree:
1. Mobilità: i vincoli triennali negati nell’integrativo entrano nelle pieghe del contratto nazionale.
2. Trasparenza dei dati: si toglie ogni trasparenza nella destinazione delle somme, ignorando procedure consolidate e sentenze a favore della certezza delle attribuzioni
3. Ordinamento Ata: il personale viene precarizzato con incarichi triennali, con nuove mansioni, a parità di retribuzione
4. Scuole italiane all’estero: si cancellano gli articoli della normativa di riferimento, viene meno la specificità scuola
5. Rapporto contratto-legge: il primo viene subordinato alle incursioni legislative. Un passo indietro di anni”.
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