Il 30 novembre 2016, a noi docenti, oltre che a tutti i dipendenti pubblici, era stato fatto credere di aver finalmente ottenuto il rinnovo del contratto. I mezzi d’informazione, telegiornali in primis, avevano sbandierato e strombazzato l’accordo dando ampio risalto agli aumenti medi stipendiali di 85€.
A febbraio di questo anno sembrava che, vista la solita enfasi data alla notizia, fosse stato stipulato veramente il nuovo contratto per la parte economica. Niente di tutto ciò: abbiamo appreso che solo pochi giorni fa si è arrivati, salvo clamorose smentite, alla firma definitiva, vera e propria, da parte dell’ARAN e dei sindacati.
Sperando che non siano necessari ulteriori passaggi, ovvero che ci sia già il nulla osta del Ministero dell’Economia e della Corte dei Conti, non è chiaro quando saranno adeguate le voci stipendiali nei cedolini.
Penso che siamo in presenza di ulteriori trattenute surrettizie perché, subdolamente, con questa tattica dilatoria del Governo e la connivenza dei maggiori sindacati, il personale della scuola sarà ancora una volta penalizzato nella retribuzione.
E’ verosimile infatti che, se l’adeguamento con l’aumento a regime avverrà a giugno (si spera), il rimborso forfettario sarà sempre quello da voi indicato nella tabella (300-700€ lordi): un evidente risparmio per le casse statali.
di Alessandro Marino
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