I lettori ci scrivono

Coronavirus e didattica online: mostrare umanità e promuovere tutti

Ormai è passato più di un mese da quando è cominciata la tempesta del Coronavirus, eppure il Ministero dell’Istruzione non ha saputo dare risposte concrete agli docenti, studenti e famiglie, per quanto riguarda le varie problematiche della scuola emerse durante l’emergenza sanitaria.

Da una parte il governo si sta muovendo bene e salvaguardando la salute dei cittadini con modalità quali l’imposizione quasi forzata dell’isolamento sociale, la quarantena e il rinforzo del settore sanitario. Dall’altra sembra che la Ministra Azzolina non abbia capito la gravità della situazione critica ed emergenziale in cui ci troviamo. Ciò si riflette chiaramente nelle decisioni della onorevole, soprattutto quelle che riguardano gli esami di stato per le scuole secondarie di secondo grado, e gli esami di terza media, che segnano la fine del ciclo triennale della scuola media.

Altri grandi paesi, che hanno un sistema scolastico in alcuni casi migliore del nostro, che seppure hanno ritardato a capire la gravità del Coronavirus, una volta capita, hanno comunque gestito la situazione scolastica con una prontezza sorprendente. Così, paesi come l’Olanda, l’Inghilterra, Svezia, Danimarca hanno già deciso di sospendere tutti gli esami(anche quelli equivalenti alla maturità e terza media), e valutare gli studenti in base al loro curriculum scolastico degli anni frequentati. Ciò è comprensibile, se si pensa infatti che gli esami finali non sono altro che “passaggi di rito”, in realtà gli elementi più importanti e fondamentali per quanto riguardo lo studio, sono le lezioni frequentate, le verifiche e interrogazioni sostenute durante gli anni scolastici.

Ci siamo ritrovati in quest’emergenza impreparati, nessuno avrebbe mai immaginato una cosa del genere. Per questo motivo bisogna capire che siamo in costante cambiamente, sociale, politico, ma anche e soprattutto psicologico.
La nostra vita sembra ormai dettata dall’evolversi della diffusione del Coronavirus, tutti gli altri argomenti sembrano ormai distanti, futili, non essenziali. L’unica cosa, sembra, che ormai conti è il virus, poichè la nostra quotidianità dipende ed è direttamente influenzata da esso. Questo genera in noi molte emozioni a cui non eravamo abituati, che ci proiettano in stati d’animo inattesi. In realtà ne stiamo soffrendo, siamo pieni di incertezze, non sappiamo cosa succederà dopo, siamo confusi e paranoici. Tutte queste emozioni si amplificano grazie alla morte, un concetto su cui pochi erano abituati a rifletterci; ci siamo scontrati con essa, senza volerlo e forse senza neppure avere la giusta maturità per affrontarlo. Invece ogni giorno sentiamo di sempre più persone che vengono sconfitte dal virus, che ci costringe ad aprire gli occhi alla crudeltà della vita.

Tutto ciò ha ed avrà conseguenze psicologiche su di noi. In questo momento siamo tutti fragili; è ancora più grave la situazione degli studenti, insegnanti e personale scolastico, che dovevano essere tutelati dal Ministero dell’Istruzione, ma si sentono traditi, persi. La politica della signora Azzolina, che chiaramente non ha compreso e non ha pensato mai agli effetti psicologici dell’emergenza, è stata, fin dall’inizio della crisi, quella di ripetere che “la scuola non si ferma”, che si doveva andare avanti, adottare gli strumenti tecnologici e continuare con la didattica a distanza, che l’anno scolastico non era perso, ma che allo stesso tempo gli esami sarebbero stati ‘seri’. La tecnica azzoliniana è stata ed è ancora quella di ripetere all’infinito questa sua politica assurda e psicologicamente dannosa, anche se quasi tutti intorno a lei, sui social, sui giornali, continuavano a ripetere che la politica in questione non funzionasse, che la didattica a distanza era un fallimento. La ministra, invece di cercare le cause ciò, ha però preferito seguire la sua politica applicabile forse ad un mondo immaginario che per ora non esiste; se l’avrebbe fatto, si sarebbe resa conto che i motivi del fallimento sono tanti, che riguardano certamente la mancanza di abilità, metodi e risorse, ma soprattutto la salute mentale e psicologica delle persone coinvolte, quindi studenti, insegnati e famiglie.

Bisogna dirlo, perchè se non lo facciamo adesso forse le conseguenze saranno ancora più dannose: la salute psicologica di tutte le persone coinvolte in quest’emergenza, soprattutto degli studenti e insegnati, è a rischio. Le persone sono stressate, confuse, fragili, depresse. Molti vedono ogni giorno gente che muore, i loro nonni, i loro padri, o quelli dei loro amici. Sono stressati, non si può aspettare da loro grandi cose, non ne sarebbero in grado, fanno fatica a concentrarsi in questi giorni di lutto, nel bel mezzo della pandemia più grave degli ultimi secoli.

Insomma bisogna rendersi conto che i nostri figli, i nostri fratelli, i nostri nonni, noi compresi, tutti ne stiamo soffrendo. Ma i più piccoli, i nostri figli, gli studenti stanno subendo ancora più gravemente, perchè non si capacitano di spiegare la situazione. E’ ora che l’onorevole Ministra smetta di scaricare altro stress nella loro vita e nella loro quotidianità. Essi sono già vicini al crollo psicologico, circondati dalla negatività, non possiamo spaventarli, per esempio, con affermazioni del tipo “gli esami saranno seri”, ciò aggrava la situazione e non aiuta in alcun modo. Bisogna che la signora Azzolina si renda conto della natura psicologicamente dannosa della sua politica inumana, che non tiene in conto le emozioni di tutte le persone coinvolte, che certamente non hanno colpe.

Bisogna mostrare umanità e rispetto verso le famiglie e seguire l’unica strada ormai percorribile: promuovere tutti gli studenti, senza che debbano sostenere esami, valutarli in base al curriculum scolastico, così come hanno già fatto molteplici paesi. Non possiamo continuare a torturare gli studenti, devono vivere, stare con i loro genitori e la famiglia, non possiamo caricarli di stress e preoccupazioni, sono già confusi abbastanza. Lo dobbiamo fare, così che essi possano superare questo momento difficile e tenebroso.

David Gemma

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