I contagi aumentano ma al momento la scuola non mostra segni di pericolosità. O meglio: non ci sono segni di pericolosità diversa da altri ambienti della società. Lo conferma lo studio “indagine sulla propagazione del virus nelle scuole”, a cura dei professori Enrico Bucci, Guido Poli e Antonella Viola.
Proprio quest’ultima, sulla propria pagina Facebook scrive che l’indagine “offre quattro conclusioni nette. Queste: «I dati considerati non supportano un ruolo delle scuole come moltiplicatore di infezioni. I dati mostrano che le scuole non sono più protette del resto della comunità. Il tasso di infezione scolastica appare seguire quello della comunità circostante. La probabilità di infezione in una scuola non è significativamente diversa da quella della società nel suo complesso».
Secondo l’immunologa Antonella Viola tali conclusioni vogliono dimostrare che “a scuola, almeno oggi, non c’è una protezione speciale, ma, parallelamente, non è il naturale assembramento della scuola a provocare lì, in classe e nei corridoi, una moltiplicazione dei contagi.”
Ne consegue, secondo tali affermazioni, che a scuola i contagi al momento non seguono una escalation a sé stante, anche se bisogna tenere sotto controllo la questione.
Pertanto vale ancora considerare, nonostante la situazione preoccupante, il concetto che sicuramente anche nelle istituzioni scolastiche il virus circola, ma i problemi maggiori vengono da fuori le scuole: sui mezzi di trasporto e in altre occasioni di socialità non controllata.
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