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Crepet: un’ora di rispetto in una scuola fallita dove chi spara ai docenti ha nove in condotta? Presa in giro e offesa alle donne

Lo psichiatra Paolo Crepet è intervenuto ancora una volta sul tema dell’educazione ai sentimenti a scuola in relazione agli ultimi eventi di violenza sulle donne e femminicidi. Ecco le sue parole, rilasciate al programma di La7 Piazzapulita.

Audio Giulia Cecchettin, la rabbia di Crepet

L’esperto ha commentato un messaggio vocale che Giulia Cecchettin ha registrato tempo prima di morire, in cui parla alle amiche delle difficoltà con l’ex fidanzato, accusato della sua morte, Filippo Turetta: “Questa telefonata è nel vuoto, è la morte dell’empatia, come se questa persona camminasse nel deserto. Nessuno l’ha aiutata e queste parole sono affidate ad un telefono. Non ci possiamo più parlare, è inutile allora. Un’ora e mezza di lezioni sui buoni sentimenti? Mi fa ridere questa cosa, è una presa in giro dei giovani. Perché non si ribellano? Ribellatevi di fronte a questa banalità. Ennesima offesa alle donne”, ha detto.

E, sul patriarcato: “Non c’è dubbio che sono anche io figlio del patriarcato. Sono stati fatti comunque passi avanti. Al momento l’educazione è la cosa che è più in crisi nella nostra cultura. Scuola? Un altro fallimento totale. Andiamo parlare di rispetto quando un ragazzo ha sparato ad un’insegnante e gli è stato dato il nove in condotta. Questo non lo chiamate fallimento?”, ha detto Crepet, facendo riferimento ai sempre più frequenti episodi di violenza sui docenti.

“La fiaccolata poi finisce, il progetto no. A chi lo affidiamo? A questa scuola qui? Ai social media? Come si fa a parlare in un liceo se tutti stanno al telefono?”, ha concluso, durissimo.

Il piano di Valditara criticato da Crepet

Lo scorso 22 novembre è stato presentato in Senato il progetto “Educare alle relazioni”. A intervenire il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che ha illustrato il contenuto del progetto e i ministri Roccella Sangiuliano.

Ecco le parole di Valditara: “Questo progetto prende l’avvio non dai recenti fatti di cronaca, ma prende le mosse dagli eventi della scorsa estate, come lo stupro di Palermo e Caivano. E prende le mosse dalla mia volontà di dire basta ai residui di cultura maschilista. Il fatto che la donna debba subire quotidianamente vessazioni è inaccettabile. Proprio per questo mi è venuta in mente l’idea di creare gruppi di discussione nelle scuole. La scuola si occupa del fenomeno culturale, il maschilismo ancora imperante che si manifesta in tante situazioni della vita quotidiana, basta pensare agli apprezzamenti non voluti per strada”.

“L’idea è stata quella di creare un gruppo di lavoro e una consultazione ampia con varie parti. Abbiamo steso indicazioni che oggi ho firmato e che invierò alle scuole. Il progetto si chiama ‘Educare alle relazioni’ e si basa sul progetto ‘Educare al rispetto’ del 2015. Per la prima volta si fa un esperimento di questo tipo in Italia, la prima volta in cui si affronta di petto il maschilismo”.

“Chi sono i destinatari? Il progetto si sviluppa sul piano dell’Educazione Civica, c’è un invito di fare entrare la cultura del rispetto in tutti gli insegnamenti. Poi c’è il progetto specifico per le scuole secondarie di secondo grado che si articola con gruppi di discussione, con il coinvolgimento degli stessi studenti, che saranno informati delle conseguenze penali in cui si incorre dopo certi comportamenti. I gruppi possono fungere da supporto. Importante è l’aspetto della prevenzione”.

“I docenti svolgeranno la funzione di moderatori. I moduli di discussione saranno di trenta ore. I gruppi potranno essere supportati da esperti qualificati. Ho firmato un’apposita direttiva ministeriale. Ogni scuola avrà un docente referente. Ogni classe avrà un docente moderatore”.

“Il Forum nazionale Associazione dei Genitori avrà un ruolo importante: accordare il progetto con osservazioni migliorative da parte dei genitori. All’Ordine degli Psicologi chiederemo aiuto per la formazione dei docenti, per la loro assistenza e per il monitoraggio conclusivo”.

“Il Ministero garantisce il supporto alle scuole e la scuola sarà tenuta, al termine del progetto, a fare una relazione sulle migliori pratiche. La nostra intenzione è realizzare presidi territoriali psicologici al servizio delle scuole che dovremo progettare con l’Ordine degli Psicologi. Indire si occuperà della formazione. Questa attività è extracurriculare e verrà finanziata da 15 milioni di euro di fondi Pon”.

“Il progetto si svolgerà in orario extracurriculare perché avremmo altrimenti dovuto togliere ore a materie curriculari. Nelle ore curriculari c’è l’ora di educazione civica. Il progetto parte con adesione facoltative delle scuole, dopo la sperimentazione capiremo se renderla obbligatoria. Provvisoriamente il progetto nasce solo nelle scuole superiori”.

Laura Bombaci

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