Categorie: Attualità

Dalla scuola si leva il grido “non più morte” nel nostro mare

 

La Scuola non può rimanere in silenzio di fronte alla tragedia accaduta nel Canale di Sicilia! Ciò che è accaduto è talmente grave e drammatico tanto da obbligare ad un momento di profonda riflessione.

Un dramma di tale portata è un lutto profondo per tutti, la scuola in generale, nella sua funzione educativa non può restare silente.

L’ITI “G.M. Angioy”, nella giornata di ieri, alle 10:00 ha effettuato un’assemblea dei rappresentanti degli studenti, convocata con procedura straordinaria dal Dirigente Scolastico, per far sì che la giornata di ieri fosse dedicata dedicare a tutti coloro, adulti e bambini, di tutti i paesi e di tutte le etnie, che per motivi religiosi, per la guerra, per causa della fame ed il sacro desiderio di avere il sogno di una vita migliore, affrontano con disperazione il viaggio della speranza.

Attraversare il mediterraneo con quei gusci di metallo mi riporta alle foibe e ai campi di sterminio, infatti non è necessario tornare alla Seconda Guerra Mondiale per vedere le atrocità del genere umano. Viviamo ogni giorno le Foibe e Dachau, il Mare Nostrum é ormai diventato “Mors” Nostrum ed il terribile sacrificio di questi nostri fratelli ci impone di non voltare lo sguardo.

Sono uomini e donne come noi – ha detto il Papa – fratelli nostri che cercano una vita migliore. Affamati,perseguitati, feriti, sfruttati, vittime di guerre. Cercavano la felicità”.

Sono uomini, donne e bambini morti! Sono morti che non riceveranno mai un fiore, che non avranno una tomba, perché la loro tomba è il nostro meraviglioso mare che ormai si sporca di sangue tutti i giorni. Non possiamo più tollerare che accada tutto questo!

Noi offriremo loro un fiore e un lumino. Creeremo per Tutti loro nell’aiuola centrale della nostra scuola un angolo con fiori, lumini, pensieri e parole rivolti a loro. Dedicheremo loro una preghiera. Ci attiveremo per richiamare le autorità politiche italiane ed europee attivino reali azioni mirate a interrompere le stragi di massa che sono perpetrate per mare e per terra.

 

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