Quando si arriva a dicembre, oltre alle iscrizioni alle classi prime, si parla anche di dimensionamento scolastico. Argomento spinoso per molti Dirigenti scolastici, infatti dietro un dimensionamento scolastico c’è sempre chi prevale e chi soccombe, una sorta di regola politica che richiama l’idea della “mors tua vita mea”.
Per dimensionamento scolastico si intende la riorganizzazione ottimale delle scuole su un dato territorio, una riorganizzazione che debba tenere conto del servizio da offrire ai cittadini, del riscatto sociale di particolari quartieri di una città, tenendo ovviamente conto anche del numero di studenti frequentati nelle diverse aree del territorio. La normativa risalente al 1998 parla di dimensionamento ottimale, con il D.P.R. n. 233/1998, contenente il “Regolamento recante norme per il dimensionamento ottimale delle Istituzioni scolastiche e per la determinazione degli organici funzionali dei singoli Istituti, a norma dell’art. 21 Legge n. 59/1997”, sono stati stabiliti i principi e le modalità generali cui attenersi per potere fare e definire un dimensionamento ottimale.
Nel 2011, senza che sia stato abrogato il DPR 233/98, con le disposizioni dei commi 5 e 5 bis dell’art. 19 della legge n. 111/2011, come modificato dalla Legge n. 183/2011, art. 4 comma 69, viene stabilito, ai fini dell’autonomia scolastica, un numero di alunni almeno pari a 600 o 400 in deroga alla norma per casi particolari come per esempio il rispetto delle minoranze linguistiche. Le scuole con non meno di 600 alunni potranno mantenere la dirigenza scolastica e la segreteria con il Dsga.
La riorganizzazione della rete scolastica viene decisa, dopo alcuni tavoli tecnici, dagli assessori regionali e poi anche da quelli comunali e delle città metropolitane.
Ovviamente, con il dimensionamento si attua il principio della “mors tua vita mea”, ovvero la soppressione di una scuola e l’annessione di questa ad altra scuola, che farà dispiacere a qualcuno, ma farà sorridere qualcun altro.
A volte, inoltre, il dimensionamento scolastico va contro i principi di una riorganizzazione ottimale e rischia di diventare, contro la ratio della normativa vigente, privilegiato e interessato.
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