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Diplomati magistrale, MIDA: “Bisognava intervenire prima. Adesso basta con i pasticci” [INTERVISTA]

La vicenda dei diplomati magistrale resta in stand-by almeno per i prossimi 4 mesi. Gli interrogativi e le ipotesi sul futuro restano. Così anche le lamentele aumentano, dalle opposizioni al Governo e dai sindacati.

Per il momento, quindi, resta tutto invariato, con le maestre assunte in ruolo con riserva che il 1° settembre potranno presentarsi regolarmente nelle scuole dove hanno prestato servizio lo scorso anno.
Rispondendo ad un question time alla Camera, il Ministro Bussetti ha ha auspicato che il Parlamento possa “dare compiuta definizione al quadro normativo, eventualmente disciplinando specifiche procedure di reclutamento nel rispetto della vigente legislazione di settore, senza trascurare coloro che sono in possesso dei titoli attualmente richiesti per l’accesso all’insegnamento nella scuola primaria”.

Sulla vicenda, abbiamo raccolto alcune riflessioni di Rosa Sigillò, presidente dell’associazione MIDA, che da sempre si batte per la vicenda dei diplomati magistrale e che offre alcuni spunti di riflessione e ipotesi in merito alle decisioni future.

Il Governo prende tempo per intervenire definitivamente sulla questione. Cosa significa tutto ciò per le maestre?

Era prevedibile. La situazione, se vista nel complesso, è talmente ingarbugliata che penso non si potesse fare altrimenti. A mio avviso, però, è un piccolo passo che ci consentirà di lavorare bene ad una soluzione politica definitiva senza pasticci vari. Bisognava intervenire prima della plenaria e mi pare evidente che la situazione sia difficile. In questo momento le mobilitazioni non servono.

Alla luce di quanto prospettato dal Miur, quale protrebbe essere secondo lei o scenario?

Mi pare evidente che abbiano voluto garantire il regolare avvio dell’anno scolastico sia per dare ai bambini continuità didattica, sia per consentire ai colleghi immessi in ruolo con riserva di avere un po’ di respiro. Mi pare però altrettanto evidente che sia solo una proroga dell’ottemperanza. Stiamo lavorando duramente con il MIUR, e non solo, per una soluzione che possa essere costituzionalmente percorribile. È altrettanto chiaro che a decidere sarà il Governo.
Sicuramente il troppo rumore, in questo momento, non giova a nessuno. Credo che anche le immissioni in ruolo verranno prorogate a date solo più avanti con il ruolo giuridico agli aventi diritto. Almeno è questo lo scenario che mi pare si prospetti. A maggior ragione invito la categoria ad avere cuore caldo, ma mente fredda

Cosa pensa delle proteste dei laureati in scienze della formazione primaria?

Appena mi diplomai anch’io chiedevo un concorso ordinario. Li capisco perché sono vittime anch’essi di un cambio di leggi che non ha fatto altro che danneggiarli. Li ritengo i nuovi “diplomati magistrale” perché lo scenario che si prospetta per loro non sarà diverso da quello dei diplomati 99/2002. Il loro titolo consente solo l’accesso alla seconda fascia di istituto e ai concorsi ordinari, come per i diplomati magistrale. L’unica differenza è che i diplomati magistrale sono 48000 mentre loro circa 140000, per giunta in continua crescita.
Si troveranno ad affrontare un concorso, nel 2021 (ammesso ci sia) che vedrà tutti contendersi pochi posti e, visti i numerosi abilitati, non servirà certo a garantire il merito di cui tanto parlano. Credo che dovrebbero intanto iniziare a lavorare e indirizzare la protesta lottando per qualcosa non contro qualcuno. Faranno un po’ di gavetta, auspicando non sia più lunga di tre anni. Servirebbe una riforma universitaria perché è un corso di laurea che crea precariato.

Fabrizio De Angelis

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