Nella pubblica amministrazione il dirigente non potrà far più finta di niente quando il dipendente fa il “furbetto”, non giustificando le assenze, omettendo di timbrare il “cartellino” oppure svolgendo male il lavoro: a prevederlo è il testo del disegno di legge “Deleghe al Governo per il miglioramento della Pubblica Amministrazione” approvato dal Cdm in prima lettura e proposto dal ministro della PA, Giulia Bongiorno, che contiene, tra i provvedimenti più attesi, proprio la riforma della dirigenza.
Il progetto di legge si compone di otto articoli “accomunati dall’obiettivo di individuare soluzioni concrete per garantire l’efficienza delle pubbliche amministrazioni, il miglioramento dell’organizzazione amministrativa e l’incremento della qualità dei servizi erogati dalle stesse”.
Secondo l’Adnkronos, che ha visionato il testo, tra le norme che si stanno per approvare risulta anche l’ipotesi di responsabilità disciplinare e dirigenziale per “l’omessa verifica dell’effettiva presenza in servizio del personale assegnato, la scarsa produttività, ecc.”, ovvero rispetto all’assenteismo e ai furbetti del cartellino.
Tra le varie misure per il riordino della disciplina della dirigenza si prevede inoltre, che i concorsi pubblici per l’accesso alla dirigenza dovranno essere svolti “esclusivamente da parte della SNA”, la Scuola Nazionale dell’Amministrazione
Si prevede anche lo svolgimento, sempre da parte della “Sna”, di concorsi per titoli ed esami viene riservati al personale dipendente che abbia conseguito le valutazioni migliori nell’ultimo triennio. Inoltre, “per una quota dei posti non superiore al cinquanta per cento di quelli che si rendono disponibili nell’arco di un triennio a seguito di cessazione dal servizio e differenziata in base alle dimensioni di ciascuna amministrazione, di concorsi per titoli ed esami riservate ai dirigenti di seconda fascia, anche non appartenenti ai ruoli delle amministrazioni interessate”.
Il ddl si propone inoltre di “incentivare la qualità della prestazione lavorativa dei dirigenti anche al fine di incrementarne la produttività e di migliorare l’immagine e l’efficienza della pubblica amministrazione”.
Un obiettivo da perseguire secondo principi e criteri direttivi che prevedono innanzitutto l’accesso alla qualifica di dirigente, assicurando differenziazione e valorizzazione della competenza e delle valutazioni conseguite.
Il ddl delega prevede anche “conferimento, conferma e revoca degli incarichi dirigenziali ridefinendo i criteri di rotazione, di parità di genere e di valorizzazione del merito”.
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