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Dirigenti scolastici: necessario uscire dal silenzio

Il 17 aprile tantissimi dirigenti scolastici italiani saranno in ferie. Come facciamo ad esserne certi? Semplice, perché in quella data molti “capi d’istituto” hanno deciso di esprimere collettivamente, attraverso un’originale forma di protesta, il malcontento di una categoria negli ultimi anni vessata, incompresa e con carichi di responsabilità eccessivi rispetto a stipendi decisamente non in linea, per essere eufemistici, con il carico di lavoro e con il resto della Pubblica Amministrazione.

Avete mai provato a sentirvi manager di una scuola in continua evoluzione, con migliaia di alunni e centinaia di persone impiegate, gestendo centinaia di migliaia di euro, indirizzi e sedi, la sicurezza di strutture senza avere certificazioni e manutenzione, gare di appalto e graduatorie, acquisti e offerta formativa, programmazioni e DURC, RAV, PDM e BES, e ritrovarsi a guadagnare quanto un quadro intermedio dell’istituto bancario sotto casa?

Eppure è così ed in più va aggiunto il rancore di molti docenti che, artatamente, sono stati designati dai media come controparte in una scuola pubblica che, invece, come controparte dovrebbe avere la classe politica, che si disinteressa completamente del sistema formativo.

E ancora, sono anni ed anni che il contratto dei dirigenti, così come quello dei docenti, è scaduto, ma per loro neanche uno straccio di precontratto, semplicemente l’oblio.

Di fronte a questo assurdo silenzio che circonda la professione del dirigente scolastico, su iniziativa di SOLO DIRIGENTI, l’associazione trasversale a sigle e partiti politici, è stata promossa una giornata di ferie collettiva per il 17 aprile, una nuova forma di protesta civile significativa e “rumorosa”, che sarà occasione per riflettere collettivamente e per mettere in risalto la situazione dei dirigenti scolastici, “dimenticati”.

Alessandro Turchi

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