In questi ultimi anni c’è molta più sensibilità riguardo agli studenti con disforia di genere. Cosa possono fare i docenti per supportare al meglio questi alunni? Cosa bisogna sapere livello di burocrazia? Come si attiva la carriera alias? VAI AL CORSO
A intervenire sull’argomento è stato anche il senatore della Lega Simone Pillon che su X lancia un post provocatorio: “L’aumento esponenziale delle disforie di genere tra i bambini e gli adolescenti è la miglior prova che è in corso una potente operazione di indottrinamento. Fuori il Gender e le ideologie LGBT dalle scuole!! Gli adulti facciano come gli pare, ma lasciamo stare i bambini”.
Ma come aiutare gli studenti nel difficile percorso alla scoperta di sé stessi? Come garantire che gli alunni transgender non vengano discriminati e si sentano accolti dal gruppo classe? Come supportare al meglio chi si trova in un percorso di transizione?
Ovviamente, non c’è una formula magica per riuscire in tutto ciò. Quello che si può fare è, innanzitutto, conoscere questi temi, capire gli eventuali disagi che provano alcuni studenti e stare al loro fianco. Purtroppo si tratta di un ambito nel quale imperano stereotipi e tabù.
Per ogni docente è invece ottimale avvicinarvisi, per una didattica completamente inclusiva che valorizzi ogni tipo di differenza.
Un momento critico per ogni studente è la preadolescenza/adolescenza, periodo di acquisizione di identità e della costruzione dell’immagine del proprio corpo. In questo momento della vita può capitare di non riconoscersi nel genere assegnato alla nascita sulla base del sesso biologico.
Bisogna così tenere conto delle difficoltà dei bambini e degli adolescenti con disforia di genere nel relazionarsi con gli adulti e con i pari. Il contesto scolastico diventa spesso terreno fertile per dinamiche di stigma e marginalizzazione che possono avere pesanti effetti negativi sul benessere psicologico e sulla qualità della vita.
Bisogna educare al rispetto della persona e alle differenze e aiutare gli alunni a sviluppare la capacità di resilienza per fronteggiare gli ostacoli nel confronto con gli altri e accogliere e riconoscere il vissuto degli alunni e mettere in atto strategie inclusive e di prevenzione per evitare discriminazione e atti di bullismo.
Su questi argomenti il corso Disforia di genere: non riconoscersi nel proprio corpo, a cura di Anna Maria Di Falco, in programma dal 23 gennaio.
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