Un docente di ruolo in una scuola superiore del modenese ha fruito di lunghi periodi di assenza per assistere un familiare disabile, ma quei permessi pagati al 100% – previsti dalle leggi 104/1992 e 151/2001 – erano con ogni probabilità utilizzati per svolgere l’attività di promotore finanziario per un istituto di credito nazionale: una circostanza occupazione incompatibile con lo status di pubblico dipendente, procurando un danno erariale milionario.
A scoprire il docente doppio-lavorista, peraltro sembra senza chiedere alcun permesso al proprio dirigente scolastico, è stata la Guardia di Finanza, dopo che il caso era stato preso in consegna e verificato dalla Corte dei Conti Sezione giurisdizionale per la Regione Emilia-Romagna.
Dalle notizie che giungono dalle agenzie, sembra che l’insegnante avesse maturato oltre due anni di assenza dalla scuola per un congiunto che richiedeva assistenza, ma in quegli stessi giorni di permesso esercitava un ‘secondo lavoro’ organizzato in forma d’impresa. In un decennio, spiegano le Fiamme Gialle, aveva maturato provvigioni ultramilionarie.
Il docente è arrivato a chiedere un permesso retribuito per diversi giorni, ufficialmente sempre per assistere un congiunto o affini: solo che quel periodo è stato utilizzato, comunque, per un viaggio-premio in Medio Oriente.
Io docente, tra l’altro, sapeva fare per bene il suo secondo lavoro: al termine dell’esperienza, il prof era stato premiato dall’istituto di credito per cui operava, alla luce degli ottimi risultati di vendita dei prodotti che era riuscito a “piazzare”.
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