Le assunzioni sulle cattedre libere che non arrivano e le proteste dei supplenti, ma anche delle famiglie degli studenti, ripropongono ogni inizio lo stesso problema: perché non si trova un sistema più efficace di reclutamento? In questa fine d’estate del 2023 a rendere la situazione ancora più pesante è stata la mancata risposta di oltre 10.000 precari alla convocazione per firmare il contratto a tempo indeterminato, che sommata alla cronica carenza di aspiranti docenti nel Nord, sta producendo non pochi disservizi e malumori.
Tra le varie proposte per cambiare le cose, spicca quella di Antonello Giannelli, leader dell’Associazione nazionale presidi, che anche quest’anno è tornato a proporre la chiamata diretta da parte del dirigente scolastico al fine di velocizzare e rendere più efficiente un sistema di reclutamento che né i concorsi (ordinari e straordinari) né le graduatorie dei precari (GaE e Gps sostegno prima fascia) sembrano far decollare.
Infatti, la situazione delle stabilizzazioni è purtroppo stazionaria, con circa il 50% dei posti vacanti destinati alle immissioni in ruolo trasformate in supplenze per mancanza di candidati.
La proposta dell’Anp, tuttavia, non sembra piacere. Prima di tutto non appare gradita dai tre quarti dei docenti: un paio d’anni fa un nostro sondaggio, al quale parteciparono oltre 1.300 lettori, fece emergere che appena il 25,2% sarebbe d’accordo con la chiamata diretta, senza accesso alle graduatorie formate in base a titoli e servizi svolti e anche facendo venire meno le stabilizzazioni di coloro che hanno superato un concorso ordinario o riservato.
“L’assunzione diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici – sostiene Roberta Fanfarillo, responsabile dei dirigenti scolastici Flc-Cgil – è una proposta che puntualmente, all’apertura di ogni anno scolastico, il presidente dell’Anp Antonello Giannelli, ripropone come soluzione al problema del precariato e della cronica mancanza. Anche quest’anno dunque, ritorna con il cavallo di battaglia della sua Associazione, lo stesso che ha ispirato nel 2015 la legge 107 e ha prodotto l’esperienza fallimentare della chiamata diretta, di cui Giannelli sembra aver dimenticato l’esito disastroso per la scuola italiana”.
Secondo Fanfarillo, “l’obiettivo dell’Anp non è evidentemente quello di contribuire alla risoluzione delle problematiche della scuola, quanto piuttosto di sostenere e convincerci che, attribuendo maggiori poteri ai dirigenti scolastici, molti problemi si risolverebbero facilmente e la qualità della scuola pubblica migliorerebbe”.
“In realtà – continua l’esponente della Cgil – non è liberalizzando e deregolando le modalità di individuazione dei docenti che si può risolvere il problema del precariato e la carenza di docenti nel nord Italia. Occorre invece stabilizzare i precari, effettuare concorsi con regolarità per coprire tutte le cattedre ogni anno vacanti e riconoscere agli insegnati stipendi adeguati alla loro funzione. Anp se ne faccia una ragione: l’unica strada per l’accesso al ruolo docente è quella indicata dalla Costituzione repubblicana ovvero il concorso pubblico garanzia di imparzialità e trasparenza”, conclude Fanfarillo.
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