Università e Afam

Docenti, Costituzione, educazione civica, partecipazione: disubbidire alle regole praticando la nonviolenza significa delinquere?

Da un mese ormai si attende l’esito delle indagini sugli attivisti di Ultima Generazione, prima associazione ambientalista e nonviolenta rischiare l’incriminazione per associazione a delinquere. L’accusa verte sui blocchi stradali e sui monumenti imbrattati (di sostanze lavabili). Nel 2020, nei confronti di Extinction Rebellion, le indagini partirono dai manifesti su negozi di Padova contro l’impatto ambientale delle multinazionali della moda. Altro “delitto” — giacché “delinquere” significa “commettere delitti” — imputato ad Ultima Generazione è l’essersi incatenati alle transenne della Cappella degli Scrovegni a Padova.

Delitto e castigo

Quasi tutti universitari (tutti, a quanto pare, incensurati), questi giovani attivisti hanno la colpa di preoccuparsi per il disastro ecologico globale incombente (di cui, quali studiosi, sono a conoscenza) e di voler sensibilizzare i cittadini a mobilitarsi anch’essi affinché le istituzioni e le classi dirigenti capiscano l’urgenza di adottare politiche coerenti con il rischio che l’attuale modello di sviluppo trascini alla catastrofe un’umanità altrimenti inconsapevole.

Lo Stato, insomma, si mobilita: non, però, per fare quanto questi giovani desiderano, ma per punirli e reprimerne la protesta; con pugno di ferro, affinché sia chiaro che la protesta dà fastidio e deve cessare.

L’educazione civica insegna sviluppo sostenibile e sensibilità ambientale

I docenti della Scuola italiana sanno dal 1948 che la nostra Costituzione affida loro il compito di educare — anzitutto attraverso il proprio esempio — gli studenti a partecipare civilmente alla vita della nazione. Il MIM scrive sul proprio sito che «La legge 92 del 20 agosto 2019 ha introdotto dall’anno scolastico 2020-2021 l’insegnamento trasversale dell’educazione civica nel primo e secondo ciclo d’istruzione, con iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile a partire dalla scuola dell’infanzia». Ci informa anche che «Il primo nucleo tematico è “Costituzione, diritto (nazionale e internazionale), legalità e solidarietà”. Il secondo nucleo tematico è “Sviluppo sostenibile, educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio”».

Il silenzio degli onesti

Primo compito dei docenti, quindi, è educare i giovani alla responsabilità civile, giacché ognuno di noi è almeno in piccola parte chiamato a rispondere (se non alla legge, quantomeno alla propria coscienza) di quanto gli accade dintorno. Ne consegue la necessità di educare alla partecipazione: poiché — per dirla con Martin Luther King — non bisogna temere la cattiveria dei malvagi, ma il silenzio degli onesti. Occorre educare a non voltarsi mai dall’altra parte di fronte a ingiustizie e storture.

La nonviolenza è il contrario dell’indifferenza

È infine fondamentale educare alla nonviolenza: che, nel senso gandhiano del termine, significa il contrario dell’indifferenza, ovvero «arma perfetta per combattere la violenza». Significa lottare per libertà e giustizia, senza produrre sofferenza fisica a nessuno, pur soffrendo la violenza altrui. Significa provocare, se necessario, i responsabili dell’ingiustizia; infastidirli, se urgente; persino violare le loro leggi ed esporsi alla loro repressione, se inevitabile. Tutto con lo scopo di svelare l’ipocrisia e la violenza del sistema che ha generato l’ingiustizia.

Combustibili fossili: Stato italiano e promesse tradite

Ora, il problema è: contravvenendo ad alcune norme del codice civile e penale (come 100 anni addietro faceva — ad esempio — chi scioperava quando lo sciopero era vietato) per dare l’allarme sulla necessità che il governo non finanzi più i combustibili fossili, gli attivisti di Ultima Generazione hanno tradito gli insegnamenti dell’educazione civica e commesso delitti? È forse più in linea con questi insegnamenti lo Stato italiano che, tradendo la Dichiarazione di Glasgow del 2021 (quando, insieme ad altri 38 Paesi, l’Italia s’impegnò non investire più in combustibili fossili dalla fine del 2022), proseguirà — decisione recente dell’attuale Governo — almeno fino al 2028 a finanziare progetti per estrazione all’estero e trasporto di gas, carbone e petrolio? Ed è coerente con la Costituzione il fatto che le istituzioni non si curino minimamente di ricostruire gli acquedotti, visto che le condutture attuali perdono 150 litri al giorno per abitante?

I giovani che si oppongono a queste assurdità (in un mondo che letteralmente muore asfissiato dai gas serra), sarebbero più coerenti con l’educazione civica se tacessero (come fanno quasi tutti)? O non esiste anche una legge morale, che a volte — come spessissimo la Storia insegna, e come insegnano Arendt, Bobbio, Gandhi e Thoreau — ci fa sentire obbligati alla disobbedienza civile?

Carbone, gas e petrolio: li finanziamo più di Arabia e Russia

L’Italia è il sesto finanziatore di combustibili fossili al mondo, davanti Russia ed Arabia Saudita! Tra 2019 e 2021 la nostra finanza pubblica ha investito 2,8 miliardi in petrolio, carbone e gas, mentre alle rinnovabili va solo il 3,5% dei nostri finanziamenti energetici internazionali. Nel frattempo ogni anno che passa risulta il più caldo degli ultimi due secoli, e l’atmosfera è satura di anidride carbonica come mai prima negli ultimi 800.000 anni.

Giovani di 20-30 anni che hanno studiato, conoscono i propri doveri di cittadini responsabili, consapevoli del futuro disastroso che li aspetta se gli Stati industrializzati non invertono rapidamente la rotta in tema di politica economica, energetica, ambientale: giovani del genere dovrebbero far finta di nulla e dedicarsi alla discoteca, al futile e al dilettevole — more Italico — anziché mettere a frutto conoscenze e senso civico?

Alvaro Belardinelli

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