Al meeting di Rimini il ministro Valditara ha annunciato di voler attivare una sorta di “piano affitti” per consentire ai docenti che devono trasferirsi in altre regioni di avere a disposizione alloggi a prezzi ragionevoli o comunque accessibili a chi deve fare i conti con uno stipendio decisamente modesto.
Per la verità, per il momento, il ministro non ha fornito ulteriori indicazioni anche se qualche settimana fa aveva fatto accenno alla possibilità di coinvolgere regioni e comuni.
Cosa significhi tutto questo non è però per nulla chiaro, anzi appare piuttosto nebuloso.
Intanto non si comprende come lo Stato potrebbe “costringere” i soggetti privati ad affittare a prezzi “calmierati” (e perché mai, poi, il calmiere dovrebbe riguardare solo i docenti o gli ata e non anche gli studenti universitari o addirittura i giovani neolaureati siciliani o campani che vanno a lavorare in una azienda del nord?)
A parte il fatto che una misura finalizzata ad intervenire sui meccanismi del libero mercato attuata da un governo di centro destra appare quanto meno curiosa, se non addirittura contraddittoria.
Potrebbe invece funzionare un altro tipo di meccanismo: riconoscere al personale della scuola che lavora distante da casa un “bonus” che possa coprire almeno in parte le spese dell’affitto.
Si tratterebbe però, in tal caso, di prevedere regole precise e stringenti per evitare che ci siano i soliti “furbetti” che riescono ad accedere alla misura senza averne pienamente diritto.
Anche il tal caso, però, non mancherebbe problemi: e per chi viaggia quotidianamente all’interno della propria provincia, spendendo ogni mese cifre importanti, non si prevede nulla?
In molti casi ci sono anche insegnanti che hanno l’orario distribuito fra 2 diverse istituzioni scolastiche distanti fra loro e che, quindi, spendono ogni mese somme importanti per spostarsi.
Insomma, i rischi di contenzioso sono numerosi e non facili da affrontare.
Vedremo nei prossimi giorni quale “idea” uscirà dal cappello del Ministro.
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