Donald Trump, contrariamente a tutti i sondaggi e le previsioni, vince le elezioni e sarà il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America.
Hillary Clinton, data fino all’ultimo per vincente, ha ringraziato il suo staff, mentre l’entourage di Donald Trump assapora la vittoria: “E’ una grande notte per l’America. E’ una notte meravigliosa per gli Stati Uniti. E’ una notte bellissima per tutte le persone nel mondo”.
Il tycoon, con oltre un milione di consensi nel voto popolare rispetto a Clinton, ripassa il suo programma per governare la nazione più potente del pianeta.
Ma non solo i repubblicani mantengono, come del resto era previsto, il controllo della Camera, con un’ampia maggioranza di 247 deputati contro i 188 dei democratici.
Ora gli osservatori e i politologi di tutto il mondo si potranno sbizzarrire a dire la loro, a fare analisi e previsioni sul futuro assetto della politica Usa, ma la democrazia non tollera ripensamenti né critiche: il popolo ha dato il suo verdetto. Come diede il suo verdetto in Germania nel 1933 con l’elezione di Hitler a primo ministro.
In ogni caso il risultato Usa deve far riflettere la scuola e il valore che bisogna dare alla cultura e alla informazione, alla conoscenza e alla interpretazione del mondo e della storia per affermare i valori irrinunciabili della democrazia.
Perché appunto la democrazia si regge sull’informazione, sulla conoscenza sulla consapevolezza che solo una scuola con personale preparato e sensibile ai fatti storici e allo sviluppo della società può riuscire a dare.
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