La ministra dei Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, approfittando di una proposta di legge del Pd che intende disciplinare il diritto di voto agli studenti fuori sede, ha detto: «In un momento in cui assistiamo ad una crisi del rapporto tra l’elettorato e le istituzioni, il fatto di far sì che i giovani studenti fuori sede possano esprimere la propria opzione è un fatto di significato politico essenziale». La Finocchiaro, già pure ministra delle Pari opportunità durante il primo governo Prodi, ha pure sottolineato che «questo provvedimento avrà un suo cammino in Parlamento, nel momento in cui finalmente ci si occuperà della scrittura della legge elettorale e in questo caso tale norma non potrà essere dimenticata».
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La scelta di intervenire sulla legislazione e consentire agli studenti fuori sede di votare nella città in cui studiano «è un fatto importante – ha detto ancora Finocchiaro – non solo perché in questi casi i giovani devono affrontare disagi economici, ma anche perché spesso le consultazioni elettorali coincidono con le sessioni di esami e così i ragazzi vengono distratti dal loro impegno principale».
Dal canto loro, i proponenti la legge, hanno dichiarato che questa è una proposta di legge che nasce dalla sollecitazione dei «giovani democratici», e di cui il Pd si è fatto «carico» con l’obiettivo di portare a termine il progetto, e assicurano che la “proposta si tradurrà in un fatto concreto”.
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