Botta e risposta tra il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli e lo scrittore siciliano, Alessandro D’Avenia. L’incontro si è tenuto a Milano all’Università Statale. D’Avenia accusa il sistema di non parlare per merito: “Perché, e parlo da insegnante, abbiamo paura di essere valutati?. L’unico criterio è stata l’anzianità”. Risponde la ministra: “Non c’è più rispetto per la funzione del docente, mentre io penso che l’insegnante debba tornare a essere centrale, una delle professioni più importanti”.
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Poi il dibattito si sposta sui fondi a disposizione della scuola. D’Avenia parla “di scuole che non hanno soldi e le famiglie devono mettere i propri per avere la carta igienica”. Fedeli risponde che “il governo ha iniziato a finanziare il settore scuola da tre anni, mentre prima erano solo tagli. I finanziamenti vanno direttamente alle scuole. Se sono usati male è legittimo intervenire”.
Poi il dibattito si è spostato sul nuovo sistema di reclutamento e di retribuzione. Fedeli ribadisce “che il primo anno sarà di 600 euro, poi il secondo si potrà integrare con supplenze, nell’ultimo anno ci sarà la vera e propria supplenza”. D’Avenia ricorda, invece, la sua esperienza come Ssis, insegnando di mattina e seguendo le lezioni della scuola ne pomeriggio: “Bisogna dare la possibilità di campare e di dire al futuro docente ‘tu inizi, io ti do lo stipendio quanto meno di un dottorato”.
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