Politica scolastica

Flc-Cgil Sicilia: le ragioni dello sciopero del 17

Il segretario regionale della Flc-Cgil, Adriano Rizza, colpisce duro la politica dell’attuale governo e in modo particolare le scelte contro i lavoratori delle scuola, i loro salari e l’autonomia differenziata che per Rizza sarà una condanna per le regioni più deboli e in primo luogo della Sicilia. 

Fa tuttavia una domanda fondamentale attorno alla quale si è sempre ragionato: non aderire in massa allo sciopero significa dare l’alibi al governo per continuare nelle sue politiche. Non aderire allo sciopero significa anche non lamentarsi poi delle condizioni in cui versa la scuola e il suo personale.

Chiede infatti Rizza: “Perché fare questo sciopero? In realtà la vera domanda è perché non fare questo sciopero rispetto a un Governo che si sta manifestando come uno dei peggiori degli ultimi anni e non soltanto per l’orientamento politico di destra, ma per le scelte che ha fatto in questo primo anno di vita, a cominciare dal disegno di legge sul presidenzialismo. Una riforma pericolosa che ha lo scopo esclusivo di dare più poteri al premier, esautorando invece il Parlamento e il Presidente della Repubblica, punto di riferimento importantissimo in questi anni nel nostro Paese”. 

“Una riforma come quella dell’autonomia differenziata che ha lo scopo di frammentare il nostro Paese in venti piccoli Stati con un’unica sola grande conseguenza e cioè di penalizzare le Regioni del Mezzogiorno, destinate a diventare più povere di quanto già non lo siano”. 

“E poi la questione del dimensionamento scolastico una follia decisa con una norma inserita nella legge di bilancio 2023, che ha lo scopo di risparmiare 88 milioni di euro e che determinerà l’eliminazione, a cominciare dal prossimo anno, del 10% delle autonomie scolastiche nel nostro Paese, di cui 100 solo in Sicilia”.

“Nel frattempo incalza l’emergenza salariale in un Paese che giorno dopo giorno diventa sempre più povero, con percentuali altissime di povertà assoluta che riguardano chi ha un lavoro precario, chi è sottopagato o chi non ha un lavoro. Mentre la povertà relativa colpisce soprattutto il settore del pubblico impiego. Se teniamo conto di un elemento, come dice sempre Landini, che oggigiorno si può essere poveri anche lavorando, questo è un fenomeno che riguarda migliaia di lavoratori. A questo come risponde il Governo Meloni? Con una mancetta di qualche centinaio di euro, come anticipo del rinnovo contrattuale del 2024. Un modestissimo aumento del 5,8%, molto lontano dal dato allarmante dell’inflazione che ha raggiunto il 18%”. 

Conclude infine Rizza: “C’è una grande verità che molti fanno finta di non conoscere: il calo demografico del Mezzogiorno e in particolare della Sicilia. Una Regione che da qui a vent’anni, secondo l’Istat, perderà 1,5 milioni di abitanti, e ad andare via saranno soprattutto i giovani. La Sicilia sarà una terra di anziani assistiti da migliaia di badanti. Non è questo ciò che vogliamo. Non è questo il futuro che vogliamo per i nostri figli e i nostri nipoti. E se bisogna fare qualcosa, è bene farla adesso perché ‘domani’ sarebbe già troppo tardi”.

Pasquale Almirante

Articoli recenti

Stop al registro elettronico, l’esperimento. Un papà si lamenta: “I ragazzi non possono perdere tempo dirsi i compiti”

Qualche mese fa, a febbraio, abbiamo trattato il caso di una scuola media di Firenze,…

16/05/2024

Intelligenza artificiale, Di Meglio (Gilda): con atenei esteri che vendono titoli fasulli avremo docenti ignoranti, ben venga

Questa mattina a Milano, presso l’ISS Schiaparelli-Gramsci di Milano, si è svolto il convegno dedicato…

16/05/2024

Il Santo protettore degli insegnanti, Jean-Baptiste de La Salle, il don Milani ante litteram, ha ancora qualcosa da dirci

Riemerge in questi giorni, dalle nebbie della storia francese, un personaggio ignoto ai più e…

16/05/2024

Valutare i progetti Erasmus plus: online il bando Indire

L’INDIRE, in qualità di Agenzia nazionale per il Programma Europeo Erasmus, cura la valutazione qualitativa…

16/05/2024

Scuole in carcere, CESP: il 70% dei detenuti che non frequenta un percorso di istruzione torna commettere reati

“Se non si riuscirà a fare in modo che chi esce dal carcere sia migliore…

16/05/2024

Carta del docente precari, spetta chi ha prestato servizio negli ultimi cinque anni: ecco come ottenerla

Con la nuova decisione del 24 marzo 2024, la Corte di Cassazione ha confermato la…

16/05/2024