Dare molti più poteri alle Regioni, come quelli chiesti dal Veneto, significa pure, secondo molti osservatori, non riceve più fondi dallo Stato in base al numero degli alunni iscritti ma ottenerli considerando anche la quantità di imposte generate da un territorio.
Un’idea tipica della Lega, e per la quale ha molto lottato coi governi Berlusconi, ma attraverso la quale si assicura alle scuole delle Regioni più produttive più fondi pubblici per alunno rispetto a quelle delle Regioni meno fortunate.
In ogni caso, per dare il via libera all’autonomia delle Regioni, ci sarebbe già un accordo politico di massima fra la Lega di Matteo Salvini e il M5S di Luigi Di Maio. Infatti la ministra degli Affari Regionali, la leghista Erika Stefani, ha detto: «finalmente l’autonomia non è più un tabù».
Le Regioni che chiedono maggiori poteri sono otto: Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Piemonte, Marche, Umbria.
Ovviamente ogni Regione propone pacchetti diversi, fra questi c’è da fare notare quelli del Veneto che vorrebbe stabilire proprie regole sull’ “ordinamento sportivo” oppure sulla “comunicazione” nonché sui Vigili del Fuoco.
«Passeremo presto dalle parole ai fatti», ha sottolineato ieri Matteo Salvini. Luigi Di Maio gli ha fatto: «I veneti avranno l’autonomia in tempi certi».
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