Categorie: Riforme

Fuga degli studenti dai professionali e dai tecnici?

L’abbandono dei professionali a favore dei licei classico e scientifico è una linea di tendenza in corso da più anni. Dopo la riforma del secondo ciclo il fenomeno sembra accentuato al punto che alcuni dirigenti scolastici temono di non poterli accettare tutti per carenza di locali. Alcuni consigli di istituto di scuole romane sono stati già investiti del problema. Al liceo Berchet il regolamento in vigore prevede il criterio della precedenza ai fratelli e alle sorelle degli alunni già iscritti. Altri istituti vorrebbero adottare la stessa soluzione, altri ancora preferiscono considerare vincolante l’orientamento che la scuola media ha fornito per iscritto nella pagella di licenza. Dietro le quinte circola però anche l’ipotesi di introdurre il numero chiuso almeno per l’accesso al liceo classico e al liceo scientifico.
L’istruzione professionale è ancora nel limbo. Sono stati indicati dai decreti attuativi della riforma del secondo ciclo i vari livelli essenziali (delle prestazioni, dell’offerta formativa, dell’orario minimo annuale e dell’articolazione dei percorsi formativi, dei percorsi, dei requisiti dei docenti, della valutazione e certificazione delle competenze, delle strutture e dei relativi servizi). Manca ancora tutta la parte di elaborazione nazionale ministeriale sulle confluenze di alcuni professionali nei futuri licei, sulle corrispondenze dei titoli di studio e manca altresì tutta l’elaborazione regionale sui curricoli, i relativi quadri orari, la utilizzazione del personale docente e non docente, la distribuzione delle risorse finanziarie. D’altronde le regioni non hanno concesso la prevista intesa sul decreto attuativo di riforma del secondo ciclo perché il Ministero ha ritenuto di fare da solo e di non avviare la concertazione con gli enti locali almeno su questi aspetti della riforma.
Di fronte a tanta incertezza e alla paura di andare a finire in una scuola di serie C molti alunni si orientano verso lidi ritenuti più sicuri. Ai dirigenti scolastici una bella gatta da pelare.

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Calogero Virzì

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Calogero Virzì

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