Categorie: Politica scolastica

Gianni Cuperlo finalmente esprime il suo NO, ma al MIUR

Un politico dalla finezza innata Gianni Cuperlo, dopo avere rinunciato al No referendario, non accetta, per ragioni di opportunità, l’incarico al Miur.

Gianni Cuperlo ex Presidente del PD , dopo avere votato Si al referendum costituzionale, con la promessa che l’Italicum venisse cambiato dopo il voto referendario, dice “No, grazie” al neo incaricato Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che gli aveva proposto di guidare il ministero dell’Istruzione.

A rivelarlo è un interessante retroscena ripreso in un articolo de La Repubblica   di Carmelo Lopapa.

A Cuperlo, che ultimamente era stato applaudito da tutti i renziani per l’essersi distinto, all’interno della minoranza del partito, per la decisione di votare Si al referendum, è stato proposto l’ingresso nel governo Gentiloni con la delega alla Pubblica istruzione.

Questa proposta ha due aspetti importanti, il primo è quello che il destino dell’ex Ministro all’Istruzione Stefania Giannini è ormai segnato e si trova fuori da ogni possibilità di entrare a fare parte del governo Gentiloni, il secondo è che esiste la volontà politica di non assegnare la casella del Miur ha chi, in qualche modo, ha contribuito a confezionare e difendere a spada tratta la legge 107/2015.

Questo retroscena ha infatti ridimensionato le aspettative di vedere al Miur l’On. Malpezzi, l’On. Faraone o anche la Senatrice Puglisi ( che tuttavia è data tra i papabili).

Gianni Cuperlo ha detto un no convinto, anche per ragioni di opportunità politica. Infatti il suo no è un no di chiarezza all’interno del partito, in modo tale che non si potesse pensare ad un suo incarico nella squadra di Governo come una “contropartita” o una “ricompensa” per la scelta di votare Si al referendum.  

Dopo il no di Cuperlo, che secondo diversi compagni di partito ha fatto benissimo a rifiutare l’incarico, la casella del Miur deve essere riempita e si attende di sapere se sarà una personalità politica sostenitrice della legge 107/2015 oppure un’anima critica a questa riforma come lo è stato lo stesso ex Presidente del Pd.

Lucio Ficara

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