Categorie: Attualità

Giocare ai videogames senza eccedere fa bene. Fedeli: sì alle scelte innovative

I bambini che giocano ai videogames senza eccedere (fino a un’ora al giorno) appaiano più abili nelle interazioni sociali e a livello empatico.

Lo hanno alcuni relatori intervenuti il 16 marzo a a Let’s Play, il primo Festival del videogioco d’Italia.

“In particolare uno studio condotto dall’Università di Oxford e pubblicato sulla rivista Pediatrics ha dimostrato – hanno spiegato – che a differenza di media più tradizionali, come per esempio la televisione, i videogiochi permettono di esercitare un controllo diretto sulla storia e sui personaggi e richiedono una partecipazione attiva fatta di scambi stimolo-risposta, di scelte da dover prendere, ma anche di risoluzioni di problemi“.

Il fenomeno del videogioco coinvolge non solo i giovani under 18 ma tutta la famiglia. Sono oltre 25 milioni gli italiani che videogiocano, ovvero circa il 50% della popolazione (si va dai 14 anni agli over 65), senza alcuna differenza di genere (metà uomini e metà donne).

 

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E se la concentrazione maggiore di videogiocatori rientra nella fascia 14-24 (ovvero il 19,2%), al secondo posto si colloca la fascia di popolazione adulta, quella tra i 34 e i 44 anni, che rappresenta il 18,1% dei videogiocatori italiani.

Anche i dati di business restituiscono un settore in crescita (+6,9%) capace di sfiorare, nel 2015, il miliardo di euro di fatturato.

All’evento era presente anche la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli: “Le ragazze e i ragazzi spesso hanno già acquisito abilità digitali. Le scuole non possono restare indietro”, ha detto.

“L’innovazione e il digitale devono essere un’opportunità per tutte e tutti. Per questo abbiamo voluto il mese delle #Stem”.

E “stiamo accelerando – ha aggiunto la responsabile del Miur – le scelte legate all’innovazione nelle scuole, in tutti i percorsi”.

Let’s Play andrà avanti fino a domenica, 19 marzo con la partecipazione di appassionati, istituzioni e big del settore. Oggi un panel è stato dedicato al tema “Studiare è un gioco (serio)” sulla scorta di alcuni studi che riconoscono il contributo dei videogiochi in ambito formativo. 

Alessandro Giuliani

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