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Giorgia Meloni, studente al Senato mima pistola: gesto condannato da tutti, ma il buon esempio deve partire dall’alto

La condanna nei confronti di quanto accaduto nella giornata di martedì nell’aula del Senato è assolutamente unanime: un ragazzo ha mimato con la mano il gesto di una pistola puntata contro la presidente Giorgia Meloni.

Lo studente, che stava partecipando con la sua classe ad una “lezione” dal vivo sul funzionamento delle istituzioni, è stato prontamente bloccato dalla docente che accompagnava i ragazzi e le ragazze ed è stato anche redarguito dal personale in servizio.
La preside della scuola (il liceo Righi di Roma) ha immediatamente inviato una lettera ufficiale di scuse facendo sapere che lo studente sarà sanzionato, come prevede il regolamento di istituto.
Il presidente del Senato La Russa ha letto in aula la lettera della preside e, parlando della entità della punizione, ha detto “spero non troppo, spezzo una lancia affinché non ci sia un’eccessiva punizione è già sufficiente quello che è successo qui”.

Per nulla conciliante la senatrice di Fratelli d’Italia Ella Bucalo: “Un fatto gravissimo che rivela scarsissimo rispetto per la figura del Presidente, per le istituzioni e per il luogo stesso in cui il gesto è stato compiuto: l’aula del Senato. La violenza, anche solo evocata non va mai avallata, per questo ritengo doveroso che il gesto venga condannato da tutte le forze politiche”.

Altrettanto dura la sottosegretaria Paola Frassinetti: “Credo che quanto accaduto vada condannato da tutti i partiti, senza se e senza ma, perché simulare una pistola con una mano è un atto di una violenza inaudita. Attendiamo che immediati e seri provvedimenti disciplinari vengano presi dalle autorità scolastiche verso lo studente, affinché possa capire che la violenza è sempre da rigettare”.

Senza voler minimizzare o peggio ancora giustificare il gesto sconsiderato dello studente non si può non ricordare che in diverse occasioni sono stati gli stessi parlamentari ad offrire ai giovani “spettacoli” poco dignitosi.
Sono passati esattamente 31 anni (era il 16 marzo 1992 e inziava la stagione di Mani Pulite) da quando il deputato leghista Luca Leoni sventolava in aula cappio che si usa per le impiccagioni.
In tempi più recenti si ricorda ancora la bagarre scatenatasi al Senato il 27 febbraio 2019 all’epoca del Governo giallo-verde per una dichiarazione di voto della pentastellata Paola Taverna.
Ma di episodi di questo genere ce ne sono davvero tanti, basta fare una semplice ricerca inserendo le parole “bagarre al Senato” o “tafferugli in aula” per rendersi conto degli spettacoli poco edificanti che offrono talora le aule del Parlamento.

Quanto accaduto ieri è certamente gravissimo e c’è da augurarsi che serva a tutti, giovani e meno giovani, per rendersi conto che Camera e Senato sono le nostre massime istituzioni e non devono essere in alcun modo svilite o, peggio ancora, “maltrattate”.

Reginaldo Palermo

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