Forse non dovrebbe chiamarsi semplicemente “giornata dell’insegnante”, visto che senza insegnanti non ci sono studenti, e senza studenti non ci sono insegnanti. Non a caso, tutti quelli che vogliono distruggere la scuola usano pressappoco la stessa strategia:
1) cercare di interrompere la relazione educativa, sostituendo mezzi, “metodologie” standardizzate, burocrazia e certificazione del nulla alle persone in carne e ossa. Adesso abbiamo la ‘teoria’ per cui lo studente imparerebbe da sé, grazie all’allestimento, molto redditizio, di “ambienti di apprendimento innovativi” – di cui fra qualche anno si scoprirà l’inutilità, come per le “classi 2.0” – invece che attraverso una relazione personale con l’insegnante. Chiunque capisce che si tratta di baggianate (alla base delle quali ci sono sostanziose motivazioni extra-educative ed extra-didattiche): è solo attraverso l’incontro con l’altro – il mondo, le conoscenze, l’affetto, le richieste dell’altro – che si può andare oltre ciò che GIÀ si sa [cfr.G.J.J.Biesta, Riscoprire l’insegnamento, Milano, Cortina, 2022].
2) sottrarre sempre più importanza alle conoscenze e ai contenuti culturali, in modo che non ci sia più niente da insegnare e da imparare; niente di significativo, soprattutto, su cui lavorare e riflettere insieme.
Insomma, buona giornata dell’insegnante e dello studente. La scuola continueremo a farla noi, nonostante tutto.
Gruppo La nostra scuola
Associazione Agorà 33
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