Attualità

Giorno della Memoria, Bianchi alle celebrazioni: “Scuola ha responsabilità di trasmettere”

Si celebra oggi, 27 gennaio, la Giornata della Memoria. La cerimonia ufficiale quest’anno è avvenuta al Ministero dell’Istruzione e non al Quirinale per via dello svolgimento delle elezioni per il Presidente della Repubblica. Diversi gli interventi, con momenti musicali e racconti toccanti di chi ha vissuto l’olocausto. Premiate anche le scuole vincitrici del concorso “I giovani ricordano la Shoah”. A chiudere la celebrazione le parole del ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi:

“Ringrazio innanzitutto il presidente Mattarella, probabilmente è l’ultimo atto. Ha voluto che questa giornata si svolgesse qui, al Ministero dell’istruzione. La scuola ha una grande responsabilità come tutti coloro che di mestiere hanno il compito di insegnare, trasmettere. Oggi è il 27 gennaio ed è il giorno in cui si fa memoria. È importante avere ricordi perché vuol dire che vivi la tua giornata e catturi i momenti. La memoria è un fatto collettivo, è il modo con cui noi ricerchiamo la nostra identità collettiva di popolo, di Paese, di Repubblica. Ci sono dei momenti in cui siamo persi, andiamo a rileggere la nostra Costituzione. Quell’articolo 2 che dice che la Repubblica garantisce i diritti inviolabili dell’uomo accompagnato dalla solidarietà. Quest’ultima è il cemento della nostra democrazia”.

“La responsabilità degli scienziati, non è stata di aver inventato delle teorie – afferma Bianchi – ma quella di averle rese credibili. Banalizzare il male, renderlo tutto sommato accettabile. Il delitto è stato quello, introdurre l’idea di agire quotidianamente contro la persona. La nostra democrazia si fonda sul principio dell’eguaglianza, l’eguale diritto di essere sé stessi. La scuola ha l’obbligo di insegnare il peso che hanno le parole. Ogni parola è socialmente rilevante. La giornata della memoria sia questa, quest’idea fondante, che la libertà c’è solo se è di tutti, se tutti possiamo partecipare alla costruzione comune della Repubblica, se costruiamo interamente la pace”.

Daniele Di Frangia

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