I lettori ci scrivono

Gli studenti hanno bisogno di vicinanza e non solo di compiti da svolgere

Sono docente di Religione alla Scuola Primaria dell’Istituto G.Gonnelli di Gambassi Terme, in Provincia di Firenze
Il periodo di grande emergenza che stiamo vivendo ha sconvolto e stravolto la quotidianità di tutti e di ciascuno.
Le scuole chiuse hanno portato con sé un’onda anomala.
Partendo dagli Asili Nido, giungendo alla Secondaria di Secondo Grado, ha investito un numero enorme di studenti e insegnanti.
I genitori si sono ritrovati i figli a casa, talvolta due o anche tre, da un momento all’altro, con compiti da fare, alle prese con password, PC, tablet, connessione internet.
Ciascuna Scuola secondo le proprie peculiarità ha avviato sin dai primi giorni la Didattica a Distanza, tenendo conto delle migliaia di variabili.
Distribuendo password per l’accesso al registro elettronico, attivando varie piattaforme, dando il via a gruppi WA genitori, mail e sondaggi di ogni tipo.
Come insegnanti stiamo cercando di fare del nostro meglio, schierando in campo tutte le competenze.
Video, videolezioni in contemporanea, da remoto, iscrizioni a webinar, lettura ad alta voce, messaggi WA.

Ovviamente in tutto questo panorama c’è ancora chi assegna solo compiti senza cercare un contatto visivo, vocale, “umano”.
Il mero compito da eseguire con tanto di correzione non è sufficiente a colmare quella distanza che ci separa.
I nostri ragazzi hanno bisogno di sentire che li pensiamo, che gli vogliamo bene e che ripartiremo più forti di prima.

Ma in tutto questo scenario ci sono i bambini con Bisogni Educativi Speciali, bambini non italofoni, famiglie che non hanno l’accesso al registro, non hanno il computer, non hanno la possibilità di inviare mail.
Hanno un telefono con carta prepagata.
Impensabile che una “persona” possa studiare da lì.
“Persona”, sì!
Perché il nostro obiettivo principale come Scuola, come Comunità Educante Inclusiva, è l’alunno con le sue emozioni e la sua intelligenza.

Non vi è intelligenza senza emozione.
Spesso quando progettiamo un’ attività interdisciplinare per valutare le conoscenze, le abilità, in vista della Certificazione delle competenze chiave di cittadinanza, pensiamo di assegnare compiti autentici… (” immagina di”).

In questo specifico momento il compito autentico è la realtà stessa.
I ragazzi si trovano a vivere un’ esperienza tale da sviluppare quelle competenze sociali, per le quali talvolta facciamo fatica a trovare il compito giusto da assegnare.
Bambini che usano tablet e inviano mail al posto del genitore per comunicare con i professori.
Ragazzi che cucinano e si prendono cura dei fratelli più piccoli.
Avere a casa un genitore che non lavora, perché ha perso il lavoro, non è la stessa cosa che avere un genitore, che in questo contesto, si gode un po’ la famiglia.
Le difficoltà dei bambini maltrattati, delle donne che in famiglia subiscono violenze, quali segni lasceranno sui nostri ragazzi?
I bambini non italofoni, una bella fetta degli iscritti a livello nazionale, stavano apprendendo la Lingua Italiana, come L2, mediante laboratori linguistici: laboratori per conoscere, arricchire, consolidare il lessico nell’ottica di un buon successo scolastico.
Proiettando tutto questo a settembre, tra cinque mesi esatti, mi viene spontaneo  chiedermi: come li ritroveremo i nostri studenti?
Penso soprattutto a quei bambini più fragili, che magari hanno bisogno costante di sollecitazioni e di assistenza, laddove anche la famiglia ha bisogno di supporto.
Per non ipotizzare come didatticamente ce li ritroveremo.
Basteranno quindici giorni di recupero?
O anche il prossimo anno in pratica è già in parte compromesso?

Merita fare un ragionamento su chi nel 2021 dovrà fare la Maturità.
E’ difficile ritenere il programma svolto, ad oggi, pari a ciò che viene normalmente svolto in classe.
Le competenze disciplinari non saranno consolidate e acquisite nella stessa misura.

Concludendo voglio condividere con Voi una riflessione: se a settembre, fino a non so quando, la didattica sarà ancora a distanza, diventerà necessario prevedere un Esame di Stato, diverso da quello di oggi, ma diverso anche da quello ordinario.
Così anche per l’Esame di Terza Media.
É  utopico pensare di non lasciare nessuno indietro, nonostante tutti gli sforzi.
Tutto è sospeso…Icloud!

Spero che questa mia riflessione possa essere un suggerimento per avviare un ragionamento in una prospettiva che guarda ad un futuro un po’ più lontano.
La scuola deve tornare al centro del dibattito e delle priorità, perché i nostri alunni, come dico loro in classe, saranno la classe politica di domani, i futuri Sindaci, Ministri.
Per questo bisogna investire su loro come fossero un Start Up.

Chiedo perdono per essere stata prolissa. Ci tenevo a considerare con Voi i vari aspetti.
E con la speranza di poter riabbracciare …presto… i miei fanciulli, porgo a tutti e a tutte un caro saluto

Sandra Salvini 

 

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