Categorie: Alunni

Gli studenti italiani e il lavoro

Il Sole 24 Ore cerca di capire la disparità fra i nostri studenti e quelli europei in termini di opportunità occupazionale.
Nonostante la Germania abbia reagito alla crisi con un tasso di disoccupazione giovanile stabile o addirittura in discesa e una percentuale record di laureati sotto contratto a sei mesi, qualche imprevisto si è manifestato.
Infatti, spiega il giornale, secondo le stime del Bundensbargur für Arbeit, l’agenzia di lavoro della Germania, il 12% degli studenti sotto apprendistato non completa il suo periodo di formazione e il 30% degli universitari abbandona gli studi prima della laurea.
Ma non solo, la vicinanza con le cifre negative italiane si registrerebbero pure tra teoria e competenze professionali. Anche in Germania infatti solo il 43% dei datori di lavoro considera «adeguatamente preparati» i giovani formati da istituti e atenei dei 16 Lander tedeschi. Il divario con l’Italia si registra nel «dual education system», il sistema di alternanza scuola-lavoro introdotto per legge nel 1969. Il governo tedesco autorizza più di 300 formule di apprendistato diverse, frequentate dal 60% degli studenti di scuola superiore. La retribuzione, per i giovani alle primissime armi, viaggia sui 650 euro e traina l’equivalente di un nostro stagista verso l’assunzione a tempo indeterminato.
L’alternanza scuola-lavoro è invece ferma al palo con stage poco diffusi in Francia: un tirocinio solo il 46% dei giovani, contro una media Ue del 61%. Ma anche sottopagati e ininfluenti sulla carriera successiva: se il 60% di studenti tedeschi iscritti a un programma di apprendistato trova lavoro o si orienta con decisione per il futuro, trimestri o addirittura anni di stage alzano di appena il 6% la probabilità di assunzione.
Altro gap: l’internazionalità, intesa sia come competenze ridotte con le lingue straniere sia come apertura internazionale della formazione accademica e lavorativa. La terza edizione dell’indice di conoscenza dell’inglese a firma di Ef/Epi relega l’Italia tra i paesi a «basso livello di competenza» con un punteggio di 50,97, sotto alla Russia (51,08) e sopra a Cina e Francia (50,77 e 50,33). Qualcosa si sta muovendo, visto il progresso di quasi 2 punti rispetto alla “pagella” precedente.
Ma è ancora poco, soprattutto per l’attrattività di matricole dall’estero: negli atenei italiani gli studenti stranieri sono circa il 3,5%. In Germania il 10%.

Pasquale Almirante

Articoli recenti

Adhd, come si diagnostica? Come creare strategie didattiche ad hoc e favorire l’inclusione? Ecco gli spunti per docenti

La diagnosi di ADHD si basa principalmente sull'osservazione clinica e sulla raccolta di informazioni da…

05/05/2024

Il bravo docente è quello che riesce mantenere alta l’attenzione degli studenti: come riuscire a farlo?

Mantenere alta l'attenzione e la concentrazione degli studenti in classe è una sfida cruciale per…

05/05/2024

Certificazione internazionale di alfabetizzazione digitale Eipass, prezzo e quale conseguire

Nel nuovo contratto scuola, firmato lo scorso 18 gennaio, al comma 10 dell'articolo 59 c'è…

05/05/2024

Scuola Futura, corsi per i docenti: formazione entro dicembre 2024, scegli il percorso più adatto

Il decreto ministeriale n. 66 del 2023 ha destinato 450 milioni di euro a favore…

05/05/2024

Elezioni CSPI: secondo Unicobas un’occasione importante per riaprire il dibattito sul tema della rappresentatività dei sindacati

A pochi giorni dalla data del 7 maggio, quando nelle scuole si voterà per rinnovare…

04/05/2024

Niente ‘gita’ chi ha una brutta pagella pure se disabile o bes, Valditara critico: il merito non è la media aritmetica dei voti

Anche il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, boccia sonoramente la decisione presa dal…

04/05/2024