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Green pass a scuola: la certificazione in contrasto con le direttive europee

L’introduzione del lasciapassare verde per gli insegnanti è in contrasto con recenti pronunciamenti di autorità europee e costituisce un’eccezione italiana. Inoltre non si vede quale potrebbe essere l’efficacia di tale norma al fine di contenere il contagio, considerato che:

a) i ragazzi potranno recarsi a scuola in mezzi affollati e potranno consumare al bancone del bar, serviti da camerieri che non hanno né ricevuto il vaccino né effettuato il tampone;

b) il problema del sovraffollamento delle aule non è stato risolto;

c) gli insegnanti che hanno ricevuto il vaccino a febbraio e marzo potrebbero essere ormai “scoperti”, eppure non è richiesto loro il tampone;

d) quanto sta accadendo in Israele e altrove dimostra che il vaccino, di cui non si contesta in generale l’utilità, non è la panacea che ci vorrebbero far credere.

Non posso dunque far a meno di pensare che l’unica ratio che abbia guidato il governo nell’adottare questo provvedimento sia stata quella di punire e additare come untori e capri espiatori pochi docenti i quali finora, nella stragrande maggioranza dei casi, hanno seguito scrupolosamente, al pari dei colleghi vaccinati, tutte le norme anti-covid (distanziamento, mascherina, lavaggio mani) e hanno rispettato i ripetuti confinamenti e le eventuali quarantene, docenti  la cui unica colpa sarebbe quella di avere legittimi dubbi su farmaci che hanno ricevuto finora soltanto una “autorizzazione condizionata”.

Del resto il Governo, forse per non dover rispondere direttamente dei possibili effetti collaterali, non ha avuto il coraggio di imporre ai lavoratori della scuola l’obbligo vaccinale, e ha offerto un’alternativa che appare come una presa in giro o un ricatto sadico.

Come si può pensare, infatti, di potersi sottoporre ogni quarantott’ore a un tampone naso-faringeo? Chiunque può capire quanto ciò sarebbe pregiudizievole economicamente e dannoso dal punto di vista della salute, trattandosi di esame ben più invasivo di quello salivare.

Tale provvedimento – discriminatorio e antiscientifico – comporterà enormi problemi organizzativi e potrebbe creare nell’ambiente scolastico un clima di sospetto e delazione.

Mi chiedo inoltre come sia possibile gravare docenti e personale ATA di un onere non previsto dal contratto nazionale, e spero che i sindacati si attivino a tutela dei lavoratori.

Sono sempre stato ipercritico nei confronti della dad, ma esiste anche una prospettiva peggiore: quella che la scuola si trasformi in una specie di caserma o campo di rieducazione in cui studenti, professori e collaboratori vengono spogliati dei loro diritti in nome di dogmi pseudoscientifici e di una speciosa idea di solidarietà dietro cui si nasconde un paternalismo autoritario che pensavamo appartenesse al passato del nostro Paese.

P.S. quanto ho qui sostenuto prescinde dalla mia scelta di vaccinarmi o meno, la quale attiene alla mia vita privata.

Lorenzo Bergerard  

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