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I candidati non sanno scrivere: e al concorso passano 88 su 1.500

All’atto della correzione dei compiti per il concorso in magistratura, svoltosi dal 12 al 16 luglio 2021, da 310 posti, su 5.827 candidati hanno consegnato il test 3.797, ma la maggior parte è stata poi bocciata alla prova scritta, con l’amara considerazione che la maggior parte dei candidati, tutti laureati, non sa scrivere.

Anche se le correzioni sono ancora in corso, i numeri parlerebbero chiaro, sottolinea Il Messaggero: “Alla data del 2 dicembre la commissione ha esaminato 1532 buste (ognuna contiene due elaborati) e sono stati definiti idonei solo 88 di questi”.

Il motivo?  Gli aspiranti magistrati non sanno scrivere, facendo evidenziare che, oltre alle lacune tecniche, ci sono quelle grammaticali e sintattiche. E dunque la selezione rallenta a causa dell’elevato numero di respinti.

Una situazione non nuova a quanto pare, registrata anche nel 2008, benchè quella odierna sia veramente allarmante tanto che la ministra Cartabia ha più volte invitato a una riflessione gli organismi competenti: facoltà universitarie e Ministero dell’università e ricerca. Serve una migliore formazione, ha sottolineato in diverse occasioni. 

“Troppe volte i concorsi per l’accesso alla magistratura non riescono a selezionare neppure un numero di candidati sufficienti a ricoprire tutte le posizioni messe a bando”, considerato inoltre che il plenum del Csm avrebbe richiesto mille unità in più, per cui ai 310 posti se ne dovrebbero aggiungere altri 500, per un totale complessivo di almeno 810 candidati. Ma, visti i precedenti, si rischia di non riuscire a raggiungere la copertura del numero di posti banditi. 

Dunque la grammatica e la sintassi a quanto sembra sono gli ostacoli maggiori contro cui gli aspiranti magistrati devono fare i conti e tutto ciò mentre ci si straccia le vesti per il rilevante numero di laureati disoccupati e mentre il ministro si prepara a togliere le prove scritte dagli esami di stato. 

“Formazione per i magistrati – ripete la ministra Cartabia -, ma formazione, ovviamente, anche per i giovani giuristi, di cui il Ministero, con l’aiuto della stessa Scuola, si sta facendo carico, affinché questi rinforzi arrivino negli uffici con un adeguato livello di preparazione”.

Pasquale Almirante

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