I compagni la prendono in giro, lei offre sesso nei bagni della scuola per due euro e mezzo

Si sentiva presa in giro dai compagni. Ma anziché dimostrare loro che sbagliavano ha reagito dimostrando tutta la sua fragilità: inviando messaggini ai ragazzi per offrire loro rapporti sessuali nei bagni della scuola (un Ipsia) per due euro e mezzo. Sembra che quei rapporti non si siano mai consumati, ma quel che è certo è che i compagni hanno creato una pagina Facebook dove hanno reso la ragazza, iscritta al primo anno di corso di un istituto superiore di Como, riconoscibile e schernita: sul gruppo “spotted” della scuola, la bacheca virtuale sulla quale gli studenti si scambiano informazioni, si è parlato esplicitamente di una ragazza di prima classe, 14 anni, che inviava sms ai compagni offrendosi per rapporti nei bagni. Ed è sempre su Facebook che, un commento dopo l’altro, tra volgarità e insulti diretti alla ragazzina, gli utenti del gruppo hanno delineato con sempre maggiore precisione il ritratto della ragazza, senza farne il nome, ma indicando particolari fisici e il suo modo di vestire che l’hanno resa facilmente identificabile.
La triste vicenda, che fa parte di quelle che si potrebbero catalogare come casi di “cyberbullismo”, è stata riportata il 26 novembre da ‘La provincia di Como’. Il caso è arrivato all’attenzione del dirigente dell’istituto comasco, che ha confermato il fatto. Tenendo però anche a specificare che i rapporti non sono mai stati consumati. “La protagonista è una ragazza fragile”, ha spiegato il dirigente scolastico. “Grazie a uno sportello interno psicologico si è capito che vive una situazione delicata, la famiglia messa al corrente della vicenda è disperata, le è vicina, ma non sa che cosa fare”.
Intanto, la scuola si è attivata con assemblee, colloqui e uno sportello psicologico. Convocata, la ragazzina, che vive un momento di fragilità, ha spiegato di essere stata costretta a prostituirsi dalla famiglia. La quattordicenne resterà a casa una settimana. La scuola ha chiesto alla polizia postale di chiudere la pagina Facebook incriminata. Intanto, però, un dubbio atroce si sta insinuando nella testa di qualche docente dell’istituto comasco: e se la giovane avesse solo voluto attirare l’attenzione attraverso l’emulazione di casi come quello delle baby prostitute dei Parioli di Roma?
Alessandro Giuliani

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