Categorie: Politica scolastica

I ‘furbetti delle mense scolastiche’: una su 4 è irregolare

Riso ‘che sa di colla’, improbabili frittate ‘dal fondo verde’, yogurt dal sapore ‘strano’, pane ‘di marmo’ o con la muffa, animaletti nell’insalata. Chi ha un figlio che frequenta il tempo pieno conosce bene le lamentele sulle mense scolastiche. Per verificare la qualità e la sicurezza dei pasti serviti, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha disposto verifiche a campione dei Nas. E le sorprese non sono mancate:

Muffe alle pareti o sporco diffuso sui piani di lavoro; piatti fondi in plastica contenenti additivi non consentiti; alimenti in cattivo stato di conservazione o diversi da quelli previsti dal capitolato di contratto; prodotti ricongelati e riforniti nonostante siano scaduti; prodotti acquistati al discount e non provenienti dalla filiera corta a km 0; carenze igienico-sanitarie e strutturali; alimenti pericolosi per la salute, tossici o contenenti il batterio listeria monocytogenes e staffilococchi coagulasi positivi.

E’ quanto hanno trovato i carabinieri del Nas in molte mense scolastiche italiane, durante i controlli effettuati su mandato del Ministero della Salute nell’anno scolastico appena terminato.

 

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Le ispezioni sono state eseguite in due fasi, nei periodi novembre-dicembre 2015 e febbraio-maggio 2016: su 2.678 controlli, 670 verifiche (il 25%) hanno evidenziato irregolarità di vario tipo, che hanno prodotto la contestazione di 164 violazioni penali e 764 violazioni amministrative alle normative nazionali e comunitarie (per circa 491.500 euro di sanzioni), con la denuncia di 101 persone all’autorità giudiziaria e 487 all’autorità amministrativa.

A colpire sono poi i trucchi adottati dai ‘furbetti delle mense’, che sono stati scoperti a spacciare – e a servire in tavola ai bambini – cibi scaduti, congelati e spacciati per freschi, tradizionali ‘mascherati’ da biologici, alimenti comunitari rietichettati come ‘made in Italy’ e Dop. Fra i casi ricordati, quello di un servizio di mensa scolastica del cuneese, sospeso dal Nas di Alessandria per gravi carenze igienico-sanitarie e strutturali: muffe alle pareti, esfoliazioni di intonaci nella cucina, piani di lavoro sporchi, con un “potenziale rischio per la salute dei minori”.

Sono state 37 le strutture chiuse o sequestrate (l’1,4% di quelle controllate), per un valore di circa 13 milioni di euro per riscontrate carenze igienico-sanitarie e strutturali. Sono state inoltre sottratte al consumo oltre 4 tonnellate di derrate alimentari (tra prodotti ittici, carni, formaggi, frutta, verdura, olio e pane) di ignota provenienza, senza idonea documentazione che ne dimostrasse la tracciabilità, custodite in cattive condizioni igienico-sanitarie, stoccate in ambienti inadeguati o scadute.

E nell’ultimo triennio l’andamento dei risultati negativi dei controlli è in costante crescita: a fronte di 758 verifiche nel 2014, 1.153 nel 2015 e 1.525 nel 2016 (da gennaio al 14 giugno), in questo primo semestre dell’anno la percentuale di non conformità è stata del 26,5% (405 casi), contro il 22,9% del 2015 e il 23,6% del 2014; i segnalati all’autorità giudiziaria sono stati 63 (38 nel 2015 e 24 nel 2014), quelli all’autorità amministrativa 288 (199 nel 2015 e 139 nel 2014), 21 le strutture chiuse (16 nel 2015 e 13 nel 2014). Confrontando i risultati delle ispezioni eseguite dai Nas all’inizio e alla fine dell’anno scolastico 2015-2016, crescono le non conformità (+40%), i segnalati all’autorità giudiziaria (+40%), i segnalati all’autorità amministrativa (+36%) e le strutture chiuse (+25%).

A livello geografico, al Nord sono stati svolti 721 controlli con 157 non conformità (21%) e una struttura chiusa (0,2%); al Centro 1.041 controlli con 285 situazioni non conformi (27%) e 19 strutture chiuse (2%); al Sud 916 controlli con 228 situazioni non conformi (25%) e 17 strutture chiuse (2%).

Le violazioni penali più ricorrenti hanno riguardato la frode nelle pubbliche forniture (58 casi, 48%), il commercio di alimenti nocivi (23 casi, 19%), inadempienza in pubbliche forniture (15 casi, 12%), alimenti in cattivo stato di conservazione (10 casi, 8%), omissioni e abuso atti d’ufficio (10 casi, 8%). Le principali violazioni amministrative contestate hanno invece riguardato le carenze igienico-strutturali e la mancata attuazione del piano di autocontrollo (695 casi, 96%), la tracciabilità e l’irregolarità dell’etichettatura (21 casi, 3%), l’inottemperanza alla normativa del divieto di fumo (8 casi, 1%).

Per il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, gli illeciti scoperti dai carabinieri “non sono comunque situazioni allarmanti. Abbiamo dato vita a una task-force nelle mense scolastiche con un lavoro a tappeto: l’obiettivo, con l’aiuto dei Nas, è verificare che il cibo dato ai bambini nelle scuole sia sano, non contraffatto e dato in condizioni igienico-sanitarie come previsto dalla legge. Voglio tranquillizzare i genitori: i Nas faranno un’operazione nazionale a tappeto e a campione, come con la task-force su anziani e disabili, per aumentare la sensibilità anche di genitori e insegnanti che possono segnalare situazioni difformi rispetto alla normale attività della mensa”, ha concluso.

Anche il generale dei Nas Vincelli ha voluto “traquillizzare i genitori sul fatto che nel settore delle mense scolastiche c’è un interesse di tutte le istituzioni a favore della salute degli studenti. L’attenzione è a tutto tondo. Nei prossimi mesi i Nas organizzeranno degli incontri con studenti e insegnanti per aumentare la sensibilità sull’importanza di una sana e corretta alimentazione a scuola. Le attività di indagine e approfondimento continueranno per avere una prevenzione più efficace, è importante che bambini, insegnanti e genitori non sottovalutino nulla e segnalino le anomalie ai carabinieri”.

Pasquale Almirante

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