Attualità

I leoni di Sicilia, perché leggerlo a scuola? Per Michele Riondino (Vincenzo Florio) la serie è “didattica”

Stefania Auci, scrittrice e docente, intervistata diverse volte dalla Tecnica della Scuola per parlare del mondo degli insegnanti, in questi ultimi giorni è alle prese con la promozione del lancio della serie tratta dal suo best seller “I leoni di Sicilia”. Il libro con 1 milione di copie vendute, più di 50 edizioni, e traduzioni in 40 paesi, si conferma il più grande fenomeno editoriale degli ultimi anni.

La docente racconta l’ascesa di una delle famiglie più ricche di Palermo, i Florio, incastonando le vite dei protagonisti nella storia dell’Italia del XIX secolo, dalle sommosse popolari allo sbarco di Giuseppe Garibaldi, regalando la visione di una Sicilia quasi inedita in cui storie di fama, soldi, politica e amore si intrecciano tanto da diventare il mix perfetto per quanti lo hanno e stanno amando.

A interpretare il ruolo di colui che ha permesso l’ascesa sociale della famiglia siciliana (d’adozione), Vincenzo Florio, è l’attore Michele Riondino, noto al grande pubblico, tra le altre cose, per il Giovane Montalbano. Ed è proprio Riondino che per descrivere la serie usa una parola molto importante per il mondo della scuola: “didattica”.

E proprio per la nostra rubrica Leggere Lib(e)ri, il prof Gabriele Ferrante aveva già sottolineato quanto potesse essere d’effetto leggere il libro in classe: “Una storia avvincente, un vortice di sentimenti contrastanti, c’è l’amore inconfessabile, la passione travolgente, la rabbia, l’invidia, l’odio, la determinazione, la forza di volontà. Il tutto su uno sfondo storico curatissimo. Una lettura per tutti, anche per gli studenti che potranno trovarvi utilissime informazioni, di quelle che non si trovano nei manuali scolastici sulla storia d’Italia della prima metà dell’800”.

La saga dei Florio continua con il secondo e ultimo libro, L’inverno dei leoni, che accompagnerà il lettore in una nuova Palermo grazie alle storie dei discendenti di Vincenzo e Ignazio che però non continueranno l’exploit economico della famiglia, anzi…

Sara Adorno

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