I Partigiani della scuola pubblica invocano lo sciopero generale

I Partigiani della Scuola Pubblica replicano al Segretario nazionale CISL che ha recentemente affermato in una nota che gli attacchi di questi giorni ai Confederali sarebbero fuori luogo, visto che questi stanno cercando di agire sui tavoli della contrattazione per ridurre le conseguenze della chiamata diretta attraverso il CCNI, secondo quelle che sarebbero le prerogative sindacali.

Troppo giusto rivendicare il ruolo di “operatori contrattuali” ma anche estremamente riduttivo. Ricordiamo, che i Sindacati nascono e partecipano ai tavoli ministeriali per tutelare i lavoratori, non per accettare neanche parzialmente istituti vessatori ed incostituzionali come la chiamata diretta, come starebbero facendo i Confederali per gli assunti in fase a, b e c .
Non dobbiamo dimenticare che la sottoscrizione parziale della chiamata diretta per quest’anno ne implicherebbe l’accettazione per tutta la categoria a partire dal prossimo. Se la legge la impone, non é detto che i Sindacati debbano concorrere a disporla.
Esiste una “extrema ratio”: lo sciopero, a questo punto, generale!

Tutti i lavoratori, di ogni comparto, hanno subito, grazie alle riforme del Governo, una legislazione iniqua e vessatoria: il verticismo e l’arbitrio incondizionato dei dirigenti, nonché i ricatti legalizzati sulla classe lavoratrice non consentono più ai lavoratori di operare per contemperare o denunciare i danni di una mala gestione, che però inesorabilmente si ripercuoteranno sul mantenimento del loro posto di lavoro, vista l’introduzione del licenziamento senza giusta causa in tutti i settori !!!
Questo lasciare mani libere senza controllo ai singoli dirigenti di ogni settore é un atto iniquamente vessatorio ed inaccettabile verso tutti i lavoratori, specie per quelli del pubblico impiego che hanno superato un concorso pubblico e che per la Costituzione sono al servizio esclusivo della Nazione.

Il ricatto del licenziamento senza giusta causa non consente una vigilanza sul buon andamento di una azienda o della pubblica amministrazione con altissimi rischi per la società intera, specie in un Paese che manifesta livelli di corruzione allarmanti come il nostro ! Se un Segretario nazionale di un Sindacato che siede ai tavoli del Miur disconosce questo, significa che ignora il senso profondo e autentico del suo ruolo e dimentica che per atti unilaterali ed incostituzionali del Governo, il sindacato dispone anche di altri strumenti: solo lo sciopero generale segnerebbe la battuta di arresto che ci vuole ad una linea politica che, fuori da un disegno di società plurale, solidale, coerente con la Costituzione, agisce in una direzione che neanche procura crescita economica, ma solo danni su danni, precarietà, disoccupazione e sfruttamento. Uno sciopero generale va preparato, d’accordo, ma i tempi sono maturi per ottenere in ciò la collaborazione ed il favore di tutti i gruppi operativi sul fronte della scuola e del lavoro, dei Partigiani della Scuola Pubblica innanzitutto.  

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