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I precari contro il prestito Alitalia: per loro 300 mln, noi di serie B

Per i precari della scuola non sembra esserci mai pace: oltre il danno delle mancate assunzioni, promesse in più occasioni dal Governo uscente, ci mancava pure la beffa. Che è arrivata con l’esito momentaneo della vicenda Alitalia, culminata con il prestito di 300 milioni di euro che lo Stato gli garantirà nei prossimi giorni per evitargli il fallimento: la decisione di dare un po’ di ossigeno alla compagnia di bandiera nazionale viene considerata dai lavoratori precari della scuola un vero affronto.
Con una agguerrita nota le tre associazioni Comitato insegnanti precari non abilitati, il Forum precariSalerno e Forum Precariscuola sferrano un pesante attacco al Governo uscente perchè “dopo aver dato 300 milioni di euro in prestito all’Alitalia, prestito che non verrà mai restituito, si rifiuta di firmare l’immissione in ruolo dei docenti precari. Evidentemente – sostengono le associazioni di precari – i lavoratori dell’ Alitalia sono di serie A ed i precari della scuola sono di serie B visto che assumere i 50.000 docenti ed i 10.000 Ata previsti dalla Finanziaria 2006 costerebbe una cifra di gran lunga inferiore rispetto ai 300 milioni di Euro stanziati per tutelare per pochi mesi i 18.000 lavoratori dell’ Alitalia“.
Le rappresentanze dei supplenti si lamentano anche per il mancato raggiungimento degli accordi fatti con i vertici del ministero della Pubblica Istruzione: “i precari della scuola – incalzano – sono stati a più riprese rassicurati, sia dal viceministro Bastico sia dal ministro Fioroni, sul fatto che il governo Prodi avrebbe firmato la seconda tranche di immissioni in ruolo previste dalla finanziaria del 2006 prima dell’insediamento delle nuove Camere che avverrà il 29 Aprile 2008“.
Delle promesse che qualora non si concretizzassero, come sembra, visto che il tempo stringe, si rivelerebbero una “atroce beffa – continuano le associazioni – giocata dal ministro Fioroni sulla pelle dei lavoratori precari della scuola, la categoria più debole ed indifesa, maltrattata dalla stampa e dai dirigenti scolastici, che però in tante circostanze ha consentito un adeguato funzionamento delle scuole, soprattutto quelle di `frontiera’ rifiutate da tutti gli altri docenti“.
Da anni la scuola detiene il record dei comparti lavorativi dei lavoratori precari. Un numero che negli ultimi anni è sempre più cresciuto: oggi nelle graduatorie del Ministero della pubblica istruzione figurano 300 mila docenti abilitati ed altri circa 70.000 non docenti che ogni anno vengono chiamati per una supplenza lunga. Più altri innumerevoli lavoratori che si accontentano di supplenze brevi e che risultano solo nelle liste degli istituti o addirittura fuori graduatoria.
La politica come al solito ha figli e figliastri“, incalzano i precari: “Fioroni e la Bastico sono stati nuovamente eletti in Parlamento, ma sia chiaro che con la loro politica giocata sulla menzogna e sulla presa per i fondelli dei lavoratori non faranno molta strada: la presa in giro di queste ore resterà una macchia indelebile nel loro curriculum politico“.
La seconda tranche di immissioni in ruolo ad oggi rimane così ancora tutta da definire. Le speranze dei lavoratori della scuola in attesa di posto fisso non sono però finite. La questione precari passerà infatti al nuovo governo: soprattutto per le parole pronunciate in campagna elettorale. “La responsabile scuola del Pdl Valentina Aprea  ha dichiarato che i precari non hanno nulla da temere rispetto alle assunzioni già programmate e per quelle future che hanno a che fare con il 50 % dei posti bloccati dai diritti acquisti. Speriamo – concludono le associazioni – che anche queste non siano parole al vento pronunciate per illudere le legittime aspirazioni dei lavoratori. Speriamo che anche queste non siano parole al vento pronunciate per illudere le legittime aspirazioni dei lavoratori“. Per completezza, va detto però detto che il Pdl, come del resto il Pd, non ha inserito l’istruzione tra le priorità su cui operare nei primi cento giorni di Governo: i supplenti della scuola sembra proprio che possano aspettare.
Alessandro Giuliani

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