Il lavoro, durato un anno, si è focalizzato sugli effetti della crisi nel settore dell’educazione. Le inevitabili ricadute negative dei tagli alla spesa, di per sé già insufficiente, per l’istruzione pubblica si è tradotta in numerosi Paesi in un aggravio delle condizioni lavorative, aumento dello stress e delle assenze per malattie riconducibili al sovraccarico di richieste a cui sono sottoposti quotidianamente i lavoratori della scuola.
Il progetto, gestito dal Comitato sindacale europeo per l’educazione, si è avvalso della consulenza di esperti esterni al settore coinvolto, i quali, su base scientifiche, hanno dimostrato come un’organizzazione del lavoro inadeguata e tendente solo a tagliare le risorse conduca non all’efficacia e all’efficienza del servizio, bensì alla realizzazione di risultati mediocri e al peggioramento in generale della salute dei lavoratori. In numerosi Paesi europei questo è proprio quanto accade nel settore dell’educazione. Dal confronto è emersa allora la necessità innanzitutto di far intendere con chiarezza all’opinione pubblica la natura del lavoro svolto da tutti gli operatori scolastici, compresa la condizione di perenne emergenza in cui si trovano ad agire in virtù dei ripetuti tagli alla spesa. Inoltre, è stata evidenziata la necessità di informare e formare adeguatamente i lavoratori sui rischi dello stress da lavoro correlato, affinché esigano, secondo quanto prevede la normativa, un adeguamento del piano di prevenzione del rischio del proprio istituto che analizzi le possibili fonti di stress derivanti da un’organizzazione del lavoro approssimativa e inadeguata.
Tutti i materiali relativi al progetto sono consultabili sul sito del CSEE (www.csee-etuce.org),
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