Categorie: Estero

I test per il Ministro sono il modo più moderno per selezionare

Il ministro Profumo, legittimamente e dal suo punto di vista, difende a spada tratta il suo concorsone e in particolare il metodo usato per fare selezione. Rispondendo ad un articolo apparso su “La Repubblica” di Michele Smargiassi dal titolo “Così ho passato il concorsone”, il ministro dell’istruzione contesta all’articolista l’irriverente paragone tra la modalità concorsuale, usata per fare selezione per l’accesso alle prove scritte, e i giochi a quiz del noto periodico “La settimana enigmistica”.
Il ministro fa sapere che apprezza e si diletta anche lui, come molti connazionali, a giocare con la settimana enigmistica, ma contesta con decisone l’accostamento fatto con i quiz del suo concorso. Profumo vuole chiarire che le prove preselettive non hanno lo scopo di valutare le competenze dei docenti nelle singole materie, ma intendono misurare le attitudini logiche, di comprensione di un testo e le conoscenze linguistiche ed informatiche. Il metodo di selezione usato nel concorso a cattedra di questi giorni, non è una invenzione del Miur, ci tiene a sottolineare il prof. Francesco Profumo, ma è un modello usato da anni in tutti i paesi più moderni dell’Europa. È uno strumento moderno ed attuale per selezionare la platea che dovrà successivamente confrontarsi con altre prove specifiche, che riguardano le proprie discipline d’insegnamento.
Il Ministro Profumo sottolinea il fatto che ci saranno altre due prove che valuteranno le competenze specifiche e che una sarà la novità assoluta di questo concorso, cioè al candidato verrà richiesto la simulazione di una lezione, con lo scopo di testare la capacità di stare in classe e di comunicazione con gli studenti. Per il Miur si è trattata di una prova di selezione riuscitissima, una prova moderna e attuale, svolta completamente on line senza nessun tipo di intoppo.
Da un osservatorio esterno e terzo, bisogna riconoscere al ministro Profumo che, rispetto agli ultimi concorsi attuati dal Miur, questo sembrerebbe essere molto più organizzato e con meno contestazioni, ma rimane lo scetticismo di una selezione, che ha penalizzato, statisticamente, i più anziani rispetto ai più giovani , mortificando delle belle e buone professionalità, che magari non hanno il clic facile e veloce del mouse. Ci piace ricordare, ma senza nessuna vena polemica, che la modernità è bella, ma a volte di modernità si può pure morire.

Lucio Ficara

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