Fino a qualche decennio fa la scuola poneva attenzione soprattutto alle conoscenze, alle nozioni, al cognitivo.
Essa si prendeva quasi esclusivamente cura della mente, trascurando le altre dimensioni della personalità, tra cui quella emotivo-affettiva e relazionale. l’alunno stava a scuola solo con una parte di se stesso, quella cognitiva; l’altra, quella legata ai suoi sentimenti, ai suoi bisogni sociali, alla sua corporeità rimaneva fuori o almeno non veniva presa in considerazione.
Ciò che importava era il complesso delle conoscenze che egli acquisiva. La scuola istruiva, ma essa non educava.
Oggi nonostante la difficoltà tra le generazioni nel condividere i linguaggi, la trasmissione dei valori vissuti è indispensabile. Non c’è educazione senza relazione con il patrimonio del passato e dell’esperienza umana, sui quali si fondano l’identità, le relazioni e l’impegno sociale.
In altre parole si deve seguire la via dei valori presenti nella Costituzione che costituiscono il comune orizzonte educativo (libertà, giustizia, solidarietà, responsabilità, dignità umana, partecipazione, bene comune, cittadinanza, legalità…). Quindi i nuovi compiti della scuola rispondono alle esigenze della società attuale attraverso:
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