Durante l’anno scolastico tutti i docenti sono chiamati a svolgere una funzione cruciale nel processo di insegnamento e apprendimento, cioè esprimere una valutazione periodica dell’alunno.
Ogni docente dovrà assegnare un voto numerico che utilizzato come metro di misura andrà a indicare il livello di conoscenze, competenze, preparazione ecc.. raggiunto dallo studente.
Ahimè puntualmente ogni anno, qualche settimana prima del termine delle lezioni, si arriva alla resa dei conti perché molti allievi non raggiungono la sufficienza in diverse materie e allora che si fa!?!?
Per evitare problemi vari, con colleghi, genitori, preside, vicepreside, gli psicologi, pedagogisti, alieni, ecc…
Tutti promossi!!
Alcuni sosterranno che un alto numero di bocciature nella scuola porterà inevitabilmente a un calo delle iscrizioni, quindi è meglio evitare questa situazione. Altri, invece, argomenteranno che il voto può rappresentare un trauma per lo studente. E così via con le opinioni personali più disparate.
Questa non è formazione!!
Promuovere allievi che non hanno raggiunto gli obiettivi minimi non ha senso.
Tirare in ballo il voto usando quest’ultimo per giustificare chi non ha voglia di fare richiamando in causa psicologia, pedagogia ecc.. è sbagliato.
La scuola è un luogo di lavoro dove, sia noi docenti ma anche gli allievi, siamo chiamati a svolgere e adempiere al nostro dovere. Noi docenti a insegnare, cercare di trasmettere competenze, conoscenze ecc…, gli allievi dal canto loro cercare di apprendere il più possibile, imparare a organizzarsi e a gestire il proprio tempo in modo corretto fra studio, famiglia, hobby ecc…
C’è bisogno di far capire agli allievi che il voto, quel numero che a detta di molti provoca disagio, paura ecc… è frutto del loro operato, di quanto fatto durante l’anno scolastico.
Non bisogna far passare che semplicemente tutto gli sia dovuto, cosi per magia.
Ricordo con piacere che quando ero ragazzo e frequentavo la scuola media, volevo una bici, e allora mia madre mi disse:
se vieni promosso con voti buoni te la compro.
E cosi si studiava per raggiungere un obbiettivo. Cosa che oggi non si fa più, tutto gli viene concesso, regalato, e allora non hanno nessuno stimolo per raggiungere un traguardo.
Un brutto voto non è la fine del mondo!! Ad un’interrogazione andata male si può sempre rimediare, basta rimboccarsi le maniche e studiare!! Uno sbaglio nella vita può costare molto caro!! Anche ad una bocciatura si può rimediare e fare meglio il prossimo anno!!
Mentre accade tutto questo a detta di molti i docenti devono essere il top del top, super preparati nella disciplina che insegnano, conoscendo anche concetti e argomenti di alto livello che poi magari in base alla programmazione scolastica o al contesto a cui ci si rivolge non potranno essere mai affrontati.
Questo è un controsenso!!
Si chiede al docente di fare i concorsi per valutare se la sua preparazione è ad alti livelli cosi da trasmettere competenze, formare meglio gli allievi, le allieve e tanto altro di buono, ma poi nella realtà dei fatti la logica che prevale è, ripeto:
Tutti promossi!!
In uno scenario del genere mi dispiace per quei pochi allievi che hanno sete di conoscenza, di sapere, che vorrebbero fare tanto, ma per tenere il passo della maggioranza, andiamo più lenti, molte cose non si faranno mai, per alcuni troppo difficili!!
Questo è semplicemente un peccato!!
In un ambiente del genere un bravo allievo non può esprimere il suo vero potenziale!!
E questo quello che la scuola dovrebbe veramente fare!! Dare la possibilità a chi ha voglia di spiccare il volo di volare non tarpargli le ali come accade oggi.
Per raggiungere questo obiettivo la scuola andrebbe strutturata diversamente!!
Fabio Gangemi
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