Nel Ddl di stabilità si fanno i conti con la spesa e siccome, come dicono gli esperti, bisogna cogliere i peridi di crisi per rivoluzionare l’esistente, per un verso il Miur risparmia 147 milioni di euro e dall’altro sovverte l’esame di stato, lasciando agli stessi professori della stessa scuola di esaminare i propri stessi candidati e pagandoli per il disturbo con gli stessi soldi che prendono anche senza lavorare.
In effetti con questa radicale scelta, lungimirante e intelligentissima, si passa da un costo pecuniario di circa 180 milioni di euro a soli 40, quelli cioè destinati per retribuire i presidenti esterni, visto che gli interni dovranno leccare la sarda.
Nel dettaglio, fa presente Il Sole 24 Ore, i commissari sono designati dai consigli di classe e nominati dal dirigente. Va assicurata la presenza dei docenti delle materie oggetto di prima e seconda prova scritta, e bisogna tener conto della necessità di accertare le conoscenze delle lingue straniere. Spetterà all’Ufficio scolastico regionale la nomina dei presidenti delle commissioni d’esame. La scelta potrà essere fatta tra i presidi delle scuole superiori, i professori con almeno 10 anni di ruolo e i docenti universitari.
Si specifica infine che i commissari interni non riceveranno alcun compenso, come cioè avviene per gli esami di terza ella ex scuola media, cosicchè si azzera pure una vecchia lamentela e un contenzioso che vedeva una discriminazione ingiusta fra colleghi appartenenti a gradi di istruzione diversi anche se provvisti di titoli similari, ma come se l’impegno per gli esami fosse dissimile.
Con questa strabiliantissima e lungimirantissima decisione del governo dunque si pareggia pure un vecchio conto (tra commissari della secondaria di primo e si secondo grado) e si dà possibilità alle scuole private, e in modo particolare agli esperti fabbricatori di diplomi, di cantarsela e suonarsela per i fatti loro, aprendo pure a coloro che volessero prendere un titolo, di cui hanno sentito la necessità incontenibile in un momento particolare della loro vita. Un esamino d’ammissione, che non si rifiuta a nessuno, soprattutto se avvolto in carta regalo, e poi l’esame finale di quinta: e che ci vuole a diffondere cultura nel nostro paese? E infatti se abbiamo così pochi diplomati rispetto alla media Ue, in tale guisa si pareggiano i conti, cosicchè chi dice che dalle parti del Miur non capiscono una beata minchia, si sbaglia nella evidenza dei fatti: “più pilu a tutti” e più diplomi a tutti.
Diverse Regioni hanno già deliberato il calendario scolastico per il 2024/2025, stabilendo le date di…
Gli oltre cinquecentomila studenti dell'Emilia-Romagna torneranno a scuola il 16 settembre, mentre l'anno scolastico terminerà…
Nell’appuntamento di oggi con la rubrica di consulenza scolastica, il prof. Lucio Ficara risponde ad alcune domande sulle…
Le recenti esternazioni e proposte di taglio di contenuti nella scuola elementare del ministro Valditara…
Sulla polemica di queste ore sull'insegnamento della storia, abbiamo intervistato Antonio Brusa, già docente di…
La necessità di un curricolo verticale sulla lettura nasce dalla consapevolezza di quanto sia necessario…