Da qui a marzo, da Milano a Palermo, le imprese offriranno oltre 1,1 milioni opportunità lavorative. Di queste, però, il 30,6%, vale a dire circa 355mila posizioni, rischiano, seriamente, di rimanere “vuote” per mancanza di candidati.
Lo sostiene Il sole 24 Ore, sensibile a queste tematiche, secondo il quale tra i giovani il “mismatch” è ancora più alto e raggiunge picchi del 65% relativamente a specialisti in scienze informatiche, fisica e chimica e sono praticamente “introvabili” tecnici, diplomati e Its; laureati nelle discipline «Stem»; mentre tra le nuove professioni, legate soprattutto all’innovazione e al 4.0, sono richiestissimi, ma introvabili, data scientist e data analyst, ingegneri con preparazione digitale, operai specializzati, chimici, esperti in marketing, modellisti di capi di abbigliamento, addetti alle lavorazioni dei prodotti alimentari, solo per citarne alcuni.
La scorsa estate –scrive sempre Il Sole 24 Ore– ha suscitato stupore la notizia che a Milano sono divenuti introvabili persino i “ragionieri” mentre nel milanese «per 100 disoccupati siamo arrivati ad avere 83 vacancies che rimangono scoperte perché non si riescono a trovare profili, essenzialmente tecnici, con le competenze richieste dalle imprese».
Il grido d’allarme, in realtà, arriva da tutto il Centro-Nord, e soprattutto da tutti i settori core della manifattura italiana e in regioni come il Friuli Venezia Giulia, l’Umbria, il Piemonte, il Veneto, l’Emilia Romagna, ormai il “mismatch” oscilla tra il 35 e il 38,6 per cento.
Sembra inoltre che nei prossimi tre anni le aziende “più avanzate” hanno necessità di 205mila lavoratori, ma una professione su tre sarà “introvabile”, a testimonianza di uno scollamento sempre più profondo tra scuola e mondo del lavoro, mentre il precedente governo ha, addirittura, dimezzato ore e fondi all’alternanza.
Nella meccanica la figura più richiesta è il tecnico in campo ingegneristico; nell’alimentare si cercano gli addetti alla lavorazione del prodotto alimentare; nel legno-arredo gli attrezzisti e tecnici del trattamento del legno; nella chimica l’analista chimico e il tecnico di laboratorio; nella moda i modellisti e i prototipisti; nell’Ict gli analisti programmatore e gli sviluppatori di software e app.
I laureati in materie Stem: “Science, Technology, Engineering and Mathematics”, sono pochissimi in Italia: da noi ogni anno si laureano in queste discipline solo l’1,4% dei ragazzi tra i 20 e i 29 anni, con una preponderanza schiacciante dei maschi sulle femmine, ma non così in Germania o nel Regno Unito.
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