Per il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Stefania Giannini, la soluzione intermedia sul pensionamento obbligatorio dei docenti universitari a 68 anni anziché gli attuali 70 (ma in prima battuta si era scesi a 65 anni), presa in aula alla Camera dei deputati, può essere un buon compromesso.
“La soluzione a cui si è arrivati sull’età di pensionamento dei docenti universitari nell’ambito del decreto PA è soddisfacente”, dice Giannini. Perché, aggiunge, “viene incontro alle specificità del settore, tutela la continuità della didattica e apre all’assunzione di nuove leve e alla stabilizzazione dei ricercatori”.
“Il decreto – continua il Ministro – interviene nel momento in cui gli atenei sono alle prese con la formulazione della loro offerta formativa. Abbiamo fatto presente che prevedere il pensionamento a partire dai 65 anni dei docenti avrebbe creato difficoltà alla didattica vista l’età media elevata del corpo docenti accademico. L’innalzamento a 68 anni tutela la continuità dei corsi di studio e, dunque, l’interesse degli studenti universitari. Abbiamo inoltre previsto – chiude il Ministro – che le risorse che si liberano al momento del pensionamento dei professori siano vincolate all’assunzione di nuovi docenti e di giovani ricercatori in vista della stabilizzazione”.
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