“Il vostro obiettivo è di uccidere il più alto numero di civili innocenti per diffondere il vostro messaggio politico” si legge nel compito assegnato, che prevedeva di spiegare dove far esplodere le proprie armi, quali effetti avrebbero provocato sui corpi umani, i criteri per la scelta delle vittime e il momento migliore per mettere in atto il piano. L’iniziativa non è passata inosservata. Praticamente tutte le componenti scolastiche hanno speso parole di condanna. Ad iniziare dalle famiglie degli studenti, che hanno convinto il capo d’istituto a rivolgersi all’audace insegnante per farle sapere che il compito era del tutto inappropriato: il dirigente scolastico australiano ha quindi invitato la docente ad annullare il compito e ad non assegnare più tracce di questo genere. Anche se “le sue intenzioni erano buone”, ha dichiarato il ds, è evidente che “poteva disturbare la sensibilità di studenti e genitori”.
Molto critici anche gli studenti: “ero scioccata e un po’ risentita – ha dichiarato Sarah, 15 anni – “perché se un poliziotto entrasse in casa tua e vedesse quel compito, probabilmente ti arresterebbe. Stiamo affrontando l’argomento a scuola, ma c’è differenza tra essere un terrorista e studiare il terrorismo: non voglio sapere – ha concluso la studentessa – come si sentono i terroristi quando uccidono migliaia di persone innocenti”.
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