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Il protocollo anti Covid, pensato per ridurre il ricorso alla DaD, in realtà la favorisce?

Dallo scorso 8 novembre nelle scuole è attivo il nuovo protocollo anti Covid, con tutto ciò che comporta per la gestione dei casi Covid e per le quarantene. Un protocollo che nasce dall’esigenza di limitare al massimo l’uso della DaD ma che potrebbe, paradossalmente, favorirne il ricorso. Ne abbiamo discusso nell’appuntamento della Tecnica della Scuola Live, con l’avvocato esperto di normativa scolastica Dino Caudullo, il dirigente scolastico Francesco Ficicchia e il presidente dell’Anp Antonello Giannelli.

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Il meccanismo che potrebbe fare scattare la didattica a distanza è legato a due elementi: il ruolo del dirigente nel mettere in sicurezza la classe in assenza di un intervento tempestivo da parte delle autorità sanitarie; e la regola del primo tampone cui è legato il rientro in classe dei ragazzi.

Il punto è che, in attesa della comunicazione delle autorità sanitarie, la prima cosa che farà il dirigente sarà disporre la quarantena per tutti i ragazzi, che andranno in DaD in via preventiva, anche con un solo caso positivo; a quel punto le tempistiche per il rientro potrebbero essere non inferiori alle 24-48 ore, specie nelle grandi città come Roma, Napoli, Milano, poiché nonostante la circolare del Mi parli di un valore T0 che sta a intendere un tampone effettuato in giornata, nella realtà dei fatti, tra la prenotazione del tampone, la sua effettuazione e il suo esito, i tempi potrebbero allungarsi. Questo qualora si effettuasse un test antigenico rapido; mentre se si ricorresse al molecolare i tempi potrebbero dilatarsi ulteriormente.

Il ruolo del dirigente scolastico

La circolare del Mi precisa: il dirigente scolastico venuto a conoscenza di un caso confermato nella propria scuola è da considerarsi quindi autorizzato, in via eccezionale ed urgente, a sospendere temporaneamente le attività didattiche in presenza nella classe/sezione/gruppo e trasmette le indicazioni standardizzate preventivamente predisposte dal Dipartimento di prevenzione.

La differenziazione delle quarantene sulla base del numero di soggetti riscontrati positivi, poi, sarà una valutazione del DdP che avverrà a seguire rispetto ai provvedimenti del dirigente scolastico. Insomma, il DdP potrebbe confermare la DaD per tutti (in caso di più soggetti positivi) o mantenere a casa solo l’unico ragazzo Covid positivo, ma tutto questo accadrà dopo che l’intera classe sarà andata almeno per qualche giorno in DaD su richiesta del dirigente scolastico (nel caso – lo ribadiamo – in cui le autorità sanitarie non fossero intervenute tempestivamente).

Compiti del dirigente scolastico

Ricordiamo che il nuovo protocollo prevede per il dirigente scolastico i seguenti compiti:

  • informare il DdP della presenza del caso positivo a scuola;
  • individuare i «contatti scolastici»;
  • sospendere temporaneamente le attività didattiche in presenza per i «contatti scolastici»;
  • trasmettere ai «contatti scolastici» le indicazioni standardizzate preventivamente predisposte dal DdP;
  • segnalare al DdP i «contatti scolastici» individuati. Il dirigente scolastico individua come “contatti scolastici”:- i bambini appartenenti alla stessa sezione/gruppo del caso positivo per i servizi educativi per l’infanzia e le scuole dell’infanzia,- i compagni di classe del caso positivo (per la scuola primaria e secondaria),- il personale scolastico;(educatori/operatori/insegnanti) che ha svolto attività in presenza per almeno 4 ore nello stesso ambiente del caso positivo.

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Carla Virzì

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