Niente da fare per Pippo Civati, che non raccoglie le 500mila firme utili per presentare gli otto referendum, fra cui quello contro la Buona Scuola.
“Stiamo ancora contando – spiega il deputato – arrivano moduli da tutte le parti d’Italia. Ma non riusciremo ad andare in Cassazione soprattutto perché le spedizioni continuano e perché non abbiamo i certificati sufficienti”.
Per il numero uno di Possibile, “l’anno prossimo poteva essere l’anno in cui fare un’elezione politica vera e cioè confrontarsi sulle cose coi referendum”. Civati non nasconde il rammarico per il fallimento: “Nelle ultime settimane, con un po’ di copertura mediatica in più sono arrivate tantissime firme. Ma la battaglia politica continua”.
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