Alunni

Impariamo a litigare bene, anche in classe: quando il conflitto diventa salutare

Il conflitto è motivo quasi sempre di scontro: può determinare ira, rancori e separazioni. A volte sfocia nella violenza.

Eppure c’è un modo per gestire e canalizzare la diversità di opinioni verso contesti di crescita. A crederci, in questa possobilità, è l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, che con l’Associazione G.E.M.ME. (Groupement Européen des Magistrats pour la Mèdiation) – Sezione italiana e l’Istituto Don Calabria, ha avviato il progetto “Dallo scontro all’incontro: mediando si impara!”.

Una iniziativa davvero interessante, che nasce dalla considerazione del fatto che il conflitto fa parte dell’esistenza umana e la difficoltà a gestirlo conduce spesso alla frattura dei rapporti tra le persone e a una violenza diffusa nelle relazioni.

ECCO L’EDUCAZIONE AL CONFLITTO

Però, sostengono, è possibile veicolare positivamente il messaggio di educazione al conflitto, favorendo la contaminazione positiva e la moltiplicazione delle iniziative, anche attraverso l’alternarsi di parole e immagini in un lavoro ricco di emozione perché svolto coinvolgendo tutta la comunità scolastica.

“Impariamo a litigare bene” è il titolo dato al lavoro fatto nelle classi nell’anno di avvio del progetto. Grazie alla grande creatività dei ragazzi, i lavori prodotti negli incontri sono stati messi a disposizione per trasferire i temi emersi a tutta la scuola.

Concetti come l’ascolto, la diversità, la relazione con l’altro, il confronto, il conflitto, la mediazione sono stati dunque rappresentati sotto forma di disegni, narrazioni, video, slides, poesie, puzzle grazie a quella capacità di sintesi e di immaginazione tipica dei bambini e dei ragazzi.

Gli organizzatori del progetto ricordano che “il conflitto rappresenta qualcosa di difficile da affrontare, qualcosa che spesso viene negato, soprattutto perché non si hanno gli strumenti che permettono di riconoscerlo, di esprimerlo e gestirlo. Al contrario, saper comunicare efficacemente, saper vivere il conflitto come risorsa, costituisce valore aggiunto nei rapporti interpersonali.

LA PRIMA EDIZIONE

La prima edizione del progetto – di cui l’11 ottobre, nella sede dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza a Roma, sono stati presentati i risultati – ha visto coinvolte 14 scuole secondarie di primo grado, del nord, centro e sud Italia, selezionate attraverso un avviso pubblicato sul sito dell’Autorità garante.

Il progetto si è focalizzato sull’ascolto e il riconoscimento dell’altro e ha affrontato temi quali la diversità, il sentirsi invisibili, l’appartenenza, l’empatia, le emozioni, l’importanza delle relazioni. In totale sono stati coinvolti più di 1000 ragazzi di età compresa tra gli 11 ed i 14 anni.

Tutte le scuole interessate a candidarsi alla seconda edizione del progetto possono aderire al bando di selezione già disponibile sul sito www.garanteinfanzia.org.

Alessandro Giuliani

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