In questo Paese le mezze misure sembrano sconosciute.
Con le regole attualmente in vigore difficilmente una maestra di scuola materna può andare in pensione prima dei 65 anni, vedremo cosa starà scritto nella legge di stabilità.
Negli anni novanta, gli insegnanti (e anche altri dipendenti pubblici) riuscivano ad andarsene con “14 anni, 6 mesi e 1 giorno” di servizio. Ho conosciuto maestre che, avendo iniziato a lavorare molto giovani e avendo avuto 3 figli, fra assenze obbligatorie per maternità e congedi facoltativi sono andate in pensione a 40 anni (e forse meno) avendone lavorati meno di 10. Adesso non hanno neppure 70 anni ed è da 30 che percepiscono la pensione. Molti loro coetanei hanno “festeggiato” il pensionamento solo pochi mesi fa (incrociando le dita perchè “non si sa mai che all’Inps scoprano che mancano 10 giorni di vecchi contributi”).
Insomma: ieri in pensione a 40, oggi a 67; domani potrebbe non esserci neppure la pensione.
Il sistema è palesemente assurdo e persino iniquo. Ma per far sì che un sistema sia equo sarebbe necessario pensare un po’ meno al proprio “particulare” e un po’ di più al bene comune. Che è una dote che nel nostro Paese manca spesso ai governanti, ma forse anche a molti cittadini.
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