Quando parliamo di profilo di funzionamento nell’ambito della disabilità e dell’inclusione cosa ci riferiamo? Le linee guida recentemente pubblicate dal ministero della Salute chiamano in causa l’articolo 5 comma 4 del decreto legislativo n. 66 del 2017, che stabilisce che “Il profilo di funzionamento è il documento propedeutico e necessario alla predisposizione del PEI e definisce le competenze professionali e la tipologia delle misure di sostegno e delle risorse strutturali utili per l’inclusione scolastica”.
Un documento – lo precisiamo – che va aggiornato al passaggio di ogni grado di istruzione, a partire dalla scuola dell’infanzia, nonché in presenza di nuove e sopravvenute condizioni di funzionamento della persona.
Bisogna ricordare che il profilo di funzionamento segue alla diagnosi funzionale e al profilo dinamico-funzionale previsti dalla normativa preesistente unificandone le informazioni ed integrandole con ulteriori elementi coerenti con il modello descrittivo del funzionamento alla base di ICF e secondo lo schema valutativo introdotto dalle presenti Linee Guida. In altre parole, come abbiamo spiegato più volte, il profilo di funzionamento rappresenta il macro contenitore dentro al quale sono raccolti la diagnosi e il profilo dinamico-funzionale.
Il Profilo di funzionamento descrive con maggiore dettaglio, rispetto alla diagnosi e al Verbale di accertamento, il modo in cui il soggetto interagisce con i fattori ambientali, in riferimento allo svolgimento di una selezione di attività nei domini considerati, in termini di performance.
Il documento osserva e descrive il ragazzo o la ragazza (in vista del Pei e del progetto di vita) nell’ambiente circostante, mettendo in luce se e quanto i fattori ambientali a disposizione del soggetto sono sufficienti e adatti per superare le eventuali difficoltà nelle attività o se, al contrario, le peggiorano.
Questo aspetto osservativo e descrittivo del profilo di funzionamento va sottolineato: gli alunni vanno cioè situati in contesto in modo che il profilo di funzionamento venga descritto in riferimento a un determinato momento della vita di una persona, nel percorso scolastico, con attenzione ai cambiamenti evolutivi nel tempo.
Chi lavora a redigere il profilo di funzionamento? Un team multidisciplinare, nell’ambito del SSN, composto da:
a) uno specialista in neuropsichiatria infantile o un medico specialista, esperto nella patologia che connota lo stato di salute del minore;
b) almeno due delle seguenti figure: uno specialista della riabilitazione, uno psicologo dell’età evolutiva, un assistente sociale o un pedagogista, in rappresentanza dell’Ente territoriale di competenza.
c) Importante anche il ruolo della famiglia: il profilo di funzionamento infatti è redatto con la collaborazione dei genitori dell’alunna o dell’alunno, e nel rispetto del diritto di autodeterminazione nella massima misura possibile, della studentessa o dello studente con disabilità.
d) Infine nel team sarà presente il dirigente scolastico o il docente specializzato sul sostegno didattico.
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