Attualità

Infortunio durante l’educazione fisica, non sempre la scuola è responsabile

La scuola non è sempre responsabile in caso di infortunio dell’alunno durante l’ora di educazione fisica. Lo stabilisce la Corte di Cassazione, che con l’ordinanza 9983/2019 ne circoscrive in dettaglio i parametri della responsabilità delle scuole in occasione di questi eventi.

La vicenda e i motivi della Cassazione

L’ordinanza scaturisce da un caso preciso di infortunio. Infatti, uno studente, partecipando ad un torneo di pallamano organizzato dalla propria scuola, è caduto ed è andato a sbattere contro la panchina delle riserve, riportando lesioni alla bocca, scrive Il Sole 24 Ore.

A tal proposito, la Cassazione non ha rilevato alcuna responsabilità della scuola per l’accaduto, elencando una serie di motivi:

• la partita rientrava nella normale attività didattica della scuola;
• non vi era stata alcuna azione scorretta o comunque fallosa di altri giocatori;
• la partita si era svolta interamente sotto il controllo dell’insegnante di riferimento;
• il campo da gioco era perfettamente sgombro ed appropriato alla tipologia di gara;
• l’insegnante aveva preventivamente istruito gli studenti sulle regole del gioco;
• su tutto, la panchina «incriminata» era quella che notoriamente sta a lato del campo da gioco per consentire ai giocatori di riserva di stare seduti.

Per i giudici, la presenza della panchina a bordo campo costituiva l’ordinario «completamento del campo da gioco» e non in sé un ostacolo pericoloso.

Il criterio per individuare il nesso tra gioco ed evento lesivo

Per arrivare a tale conclusione, i giudici hanno posto l’attenzione sul collegamento tra gara ed evento lesivo. Tale collegamento, come in questa circostanza, viene escluso quando l’atto sia stato compiuto allo scopo di ledere.

Inoltre, la responsabilità non sussiste nemmeno nell’ipotesi in cui pur in presenza di violazione delle regole dell’attività sportiva in corso, l’atto sia a questa connesso, rientrando cioè nella normale alea dello specifico sport.

Per pretendere il risarcimento danni alla scuola in caso di infortunio durante l’ora di educazione fisica, è necessaria, quale elemento costitutivo della pretesa risarcitoria, la prova dell’azione di un altro studente, restando a carico della scuola l’obbligo di provare l’inevitabilità dell’incidente nonostante la predisposizione di tutte le cautele idonee, comprese, l’illustrazione da parte dell’insegnante della difficoltà dell’attività e la predisposizione delle adeguate cautele affinché le attività di gara potessero essere svolte in condizioni di sicurezza.

Ne consegue che i danni eventuali agli studenti durante l’attività sportiva rientrano nella regolare incognita del gioco. A patto che i responsabili, e di conseguenza la scuola,
abbiano predisposto le comuni prudenze atte a contenere il rischio nei limiti appropriati alla specifica attività sportiva, nel rispetto di eventuali regolamenti agonistici.

I casi in cui la scuola può essere colpevole

La famiglia, in base all’ordinanza della Cassazione, avrebbe potuto avanzare pretese di risarcimento nel caso l’infortunio fosse avvenuto in assenza dell’insegnante nel corso della partita, o se fosse stato utilizzato un pallone usurato o qualsiasi oggetto non in condizioni idonee. O in alternativa nel caso di rissa e spintoni da parte dei partecipanti con l’insegnante di educazione fisica non intervenuto per sospendere l’attività e placare la situazione. Ecco, in queste tipologie di casi, la responsabilità può ricadere su scuola e docente.

Non è la prima volta che la Corte di Cassazione interviene su casi di infortunio durante l’ora di educazione fisica: infatti, l’ordinanza della Cassazione 14355 fondava il proprio principio sulle stesse motivazioni: non può esserci responsabilità della scuola se l’incidente è avvenuto nello svolgimento della normale attività sportiva. In quel caso l’incidente durante l’ora di educazione fisica si verificò nel corso di una partita di pallavolo, ai danni di un’allieva la quale si era procurata una distorsione di un dito nel ricevere la palla schiacciata da una sua compagna.

 

L’ORDINANZA

 

 

 

Fabrizio De Angelis

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